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Rigopiano, si scava ancora
ma le speranze sono poche
E spunta mail al prefetto

 
Rita Schena

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Rita Schena

hotel Rigopiano

Domenica 22 Gennaio 2017, 09:13

21:21

PENNE (PESCARA) - Scende la notte e non è stata una buona giornata a Rigopiano. Tra la neve della valanga e le macerie dell’hotel i soccorritori hanno trovato la sesta vittima, un uomo ancora da identificare, mentre le autorità hanno aggiornato il numero dei dispersi: c'è anche un giovane senegalese che lavorava nel resort. Considerato il corpo ritrovato, le persone da individuare restano 23 e le speranze di rivederle vive si assottigliano, anche se gli uomini impegnati nelle ricerche non demordono. «Chi lavora in quelle condizioni - ha sottolineato il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio - lavora come se ci fossero da recuperare persone vive. La speranza c'è sempre, perché quegli eventi possono aver dato luogo a situazioni molto particolari».

Le operazioni sono proseguite incessanti nonostante la nebbia e la pioggia che indurisce la neve. Due i fronti dell’enorme valanga - che ha sprigionato una forza pari a quattromila tir a pieno carico che piombano tutti insieme su un edificio - sui quali si sta lavorando: da un lato i vigili del fuoco avanzano dentro l’albergo sul percorso che ha permesso di trovare nove superstiti, con la difficoltà di aprire varchi attraverso muri molto spessi e cercare di raggiungere le altre stanze dell’hotel; intanto si lavora sul muro di neve all’esterno per aprire altri varchi sul lato opposto della struttura, nel tentativo di raggiungere e ispezionare più rapidamente i locali travolti dalla valanga. «Siamo lavorando - ha spiegato Paolo Molinari, del Dipartimento della Protezione Civile - per realizzare delle trincee e consentire così di intervenire anche dai lati della valanga. Per garantire la sicurezza dei soccorritori, inoltre, sono stati piazzati strumenti per monitorare l’eventuale attivazione di nuove valanghe sul versante sovrastante l’hotel. Si tratta di un radar di origine svizzera collegato a due sirene: una simulazione al computer ha calcolato dislivello, pendenza e tipo di neve elaborando un modello secondo il quale il sistema darebbe un preavviso di 50-55 secondi prima della valanga.

Al di là di ogni sforzo e di ogni precauzione, quella dei soccorritori - che anche il Papa ha spronato ad andare avanti - resta comunque una corsa contro il tempo, perché ogni ora che passa si affievoliscono le possibilità di trovare persone in vita. Le previsioni, inoltre, continuano ad essere pessime: domani e dopodomani è prevista ancora pioggia e, ai 1.200 metri dell’hotel, neve. Una situazione che potrebbe aggravare una situazione già molto compromessa.

La notizia della sesta vittima accertata è arrivata nel pomeriggio: si tratta di un uomo, il cui cadavere è stato individuato nella stessa zona dove si trovavano altri corpi. Potrebbe essere quello di Piero Di Pietro, di Loreto Aprutino, a poche decine di chilometri dal Rigopiano, la cui moglie Barbara Nobilio era stata estratta morta ieri. Ma non ci sono conferme. Il conto dei dispersi è però rimasto fermo a 23 perché nel frattempo si è aggiunto il senegalese Faye Dame, un migrante regolare di circa 30 anni che lavorava nell’hotel. Della sua presenza avrebbe parlato una coppia che era riuscita a lasciare l'albergo il giorno prima del disastro ed è stata confermata da un’amica.

Intanto, spunta una mail inviata dall’amministratore unico dell’Hotel Bruno Di Tommaso al Prefetto di Pescara segnalando che 'la situazionè stava diventando 'preoccupantè e chiedeva di 'predisporre un interventò.

Questo il testo completo del messaggio spedito via e-mail da Di Tommaso: «Vi comunichiamo che a causa degli ultimi eventi la situazione è diventata preoccupante. In contrada Rigopiano ci sono circa 2 metri di neve e nella nostra struttura al momento 12 camere occupate (oltre al personale). Il gasolio per alimentare il gruppo elettrogeno dovrebbe bastare fino a domani, data in cui ci auguriamo che il fornitore possa effettuare la consegna. I telefoni invece sono fuori servizio. I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all’aperto. Abbiamo cercato di fare il possibile per tranquillizzarli ma, non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina. Con le pale e il nostro mezzo siamo riusciti a pulire il viale d’accesso, dal cancello fino alla Ss42. Consapevoli delle difficoltà generali, chiediamo di predisporre un intervento al riguardo. Certi della vostra comprensione, restiamo in attesa di un cenno di riscontro».

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