di Massimo Brancati
POTENZA - Puntuale è arrivata la nuova perturbazione a colpire tutto il Centro-Sud e, in particolare, la Basilicata. Come previsto dai meteorologi, la neve è tornata a cadere soprattutto in alcune aree dell’Appennino meridionale, anche a quote basse. Particolari difficoltà in Val d’Agri, in provincia di Potenza, con l’autostrada A2 («del Mediterraneo» ex Salerno-Reggio Calabria) su cui si è abbattuta una bufera che ha reso proibitivo il transito per diverse ore nel tratto compreso tra Atena Lucana (Salerno) e Lauria (Potenza). Tra Sicignano degli Alburni e Sibari, dov’è scattato il «codice giallo», il transito è consentito solo ai veicoli leggeri muniti di catene a bordo o di gomme antisdrucciolevoli. Il personale Anas e delle Forze dell’ordine, fin dal primo pomeriggio di ieri, ha presidiato gli svincoli (principali e secondari) per non consente l’immissione sull’autostrada ai mezzi pesanti. La situazione, insomma, è costantemente monitorata ed è stato lanciato l’appello, da parte della stessa Anas, a mettersi in viaggio lungo la A2 soltanto in caso di stretta necessità.
La neve, che è caduta a intermittenza anche su Potenza città, ha imbiancato altri comuni, creando difficoltà di accesso, in particolare, a Satriano, Viggiano e Castelsaraceno dove le scuole, così come in altri 19 centri della provincia, oggi saranno chiuse.
Ma i problemi legati al maltempo non riguardano solo la viabilità. Le basse temperature degli ultimi giorni hanno lasciato in eredità condotte idriche scoppiate e continui guasti alla rete di distribuzione dell’acqua. Fioccano le sospensioni dell’erogazione e i tecnici di Acquedotto lucano sono sottoposti a un tour de force per ripristinare il servizio (in un solo giorno si registrano 9.200 interventi lungo tutto il territorio lucano). Inevitabili le polemiche sullo sfondo di un paradosso: più acqua scende dal cielo, sia sotto forma di pioggia che di neve, meno ne viene fuori dai rubinetti.
La società di gestione della rete idrica, finita sotto accusa, si difende spiegando che l’eccezionalità dell’evento meteorologico, con il periodo prolungato di gelo, ha messo fuori uso gran parte della rete. La rottura sulla condotta del Frida, riparata sabato scorso, ha lasciato a secco tanti comuni per almeno tre giorni. Questo, però, è stato solo l’evento clou: quasi tutti i lucani, infatti, continuano a fare i conti con i rubinetti a secco. Raffaele Pellettieri, direttore dell’area tecnica di Acquedotto lucano, ribadisce che quanto sta accadendo non è legato alla vetustà della rete idrica regionale, su cui, peraltro, è previsto un investimento di circa 150 milioni: «Non c’entra la qualità della rete. Di fronte a queste temperature anche se avessimo avuto una rete più moderna, avremmo avuto gli stessi problemi, determinati dal congelamento delle condotte interne, oltre che dei contatori».