GIUSEPPE CANTATORE
CORATO- I migliori accordi si fanno a tavola, recita un vecchio adagio. E se è vero che in questo caso il patto c’era già, un pranzo domenicale insieme a 400 persone l’ha certamente consolidato. Domenica scorsa a Corato si sono ritrovati l’uno accanto all’altro il presidente della Regione, Michele Emiliano, e Francesco Schittulli, fondatore del movimento che porta il suo nome. L’occasione è servita a ribadire quella identità di vedute nata probabilmente all’inizio del 2016, quando il governatore nominò l’oncologo barese consulente per la salute della Regione. «Questa confederazione ci avvicina ad un 2017 nel quale prenderanno vita alcuni progetti molto interessanti» ha detto il coordinatore provinciale del movimento Schittulli, Mario Matteo Malcangi, che ha fatto gli onori di casa insieme all’assessore ai lavori pubblici Luigi Musci e ai consiglieri comunali Flora Maldera e Massimo Torelli. «Noi stiamo con il presidente della Regione che è il presidente di tutti, senza distinzioni politiche o partitiche» ha sottolineato Schittulli. «Ho accettato l’incarico alla Sanità proprio con lo spirito di voler di remare tutti nella stessa direzione. È lo stesso spirito del nostro movimento che è libero e autonomo. Anche per questo, a seconda delle situazioni, nei vari Comuni della regione i nostri simpatizzanti si sono candidati con il Centrodestra o il Centrosinistra. Chiedo a Emiliano di accompagnarci in questo percorso di rilancio, sono convinto di questo abbraccio con lui» ha aggiunto l’oncologo.
«Siamo qui per programmare il futuro e abbiamo bisogno di farlo insieme» ha confermato Emiliano che poi ha volto il suo sguardo alla scena politica nazionale. «Il referendum ha bocciato la riforma costituzionale perché dietro c’era il tentativo di far sì che un uomo solo comandasse su tutto. Ho provato in tutti i modi a dargli buoni consigli (riferendosi a Renzi, pur senza mai citarlo, ndr), ma non è servito e lui ha cercato di trasformare il referendum in un plebiscito personale. Per questo gli ho chiesto di dimettersi da presidente del Consiglio e anche da segretario del Pd, perché un partito non appartiene a un uomo. Adesso - ha rimarcato il governatore - cominceremo un percorso democratico nel quale discuteremo se sarà lui a proseguire il cammino o se verrà sostituto. Questo processo vedrà alla fine le elezioni primarie nelle quali saranno i cittadini a decidere. Ma dopo una situazione come questa - ha concluso Emiliano - mi sembra ovvio che il Paese debba ripartire da un progetto nuovo e da persone nuove».
Sul «patto» Emiliano-Schittulli ironizza il consigliere regionale di Forza Italia, Nino Marmo, che attacca l’ex candidato alla presidenza della Regione indicato da Raffaele Fitto come l'uomo che, «dando la sua disponibilità a scendere in campo, ha determinato la spaccatura della coalizione di Centrodestra. Ma il tempo è galantuomo: tutti i nodi vengono al pettine, e il centrodestra, per ripartire unito, ha urgenza di affrontare un’indispensabile Operazione Verità! Non vorremmo essere ora nei panni di chi quel candidato ha sostenuto e pubblicizzato in buonafede. Per ora ci resta l'orgoglio di esserci battuti lealmente – al contrario di altri - e di poter guardare negli occhi i cittadini che ci hanno dato fiducia».