LECCE - Ha preso il via a Lecce la quattro giorni in Salento del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartholomeos I. In serata, dopo aver fatto visita alle monache di clausura del convento delle Benedettine, Bartholomeos I ha presieduto nella cattedrale, stracolma di fedeli, la preghiera ecumenica presieduta cui hanno preso parte anche l’arcivescovo metropolita di Lecce, mons. Domenico D’Ambrosio, i vescovi della Metropolia e i rappresentanti leccesi della Chiesa Ortodossa.
Il patriarca si fermerà in Salento sino a domenica prossima. Ospite dell’arcivescovo D’Ambrosio soggiornerà in Episcopio, insieme al segretario e al primate ortodosso per l’Italia mentre il seguito è ospitato a palazzo Bernardini. Per questa sera è prevista una cena rigorosamente a base di verdure, con l'esclusione della carne e dei suoi derivati, come impone la regola ortodossa durante il periodo dell’Avvento. Domani alle 10 al centro Congressi Ecotekne ci sarà il conferimento a Bartholomeos I da parte dell’Università del Salento della Laurea magistrale Honoris Causa in Archeologia, come riconoscimento del suo impegno in difesa dell’ambiente, del patrimonio culturale e della dignità umana.
VENGO PER INCONTRARE I FRATELLI - «Grazie per essere venuti così numerosi nonostante il freddo. E’ la prima volta che un Patriarca ecumenico, nei 2000 anni di storia cristiana, visita questa terra, che ancora in tantissimi siti religiosi e archeologici testimonia la presenza della chiesa d’Oriente e del monachesimo bizantino. Giungo in questa terra come pellegrino per incontrare i fratelli di Occidente e respirare l’amicizia e il dialogo». Lo ha detto il Patriarca di Costantinopoli e capo della Chiesa ortodossa, Bartolomeo I, rivolgendosi ai fedeli nel corso della celebrazione ecumenica tenutasi stasera in Cattedrale a Lecce.
«Se le nostre Chiese non sono ancora unite nello spezzare il pane e bere al calice di salvezza - ha aggiunto - certamente stanno camminando sulla via della riconciliazione, della conversione e del ravvedimento. Non possiamo tacere questo lacerante grido di dolore dei nostri fratelli cristiani e dei tanti uomini e donne che soffrono per la guerra, per il fanatismo, per la mancanza dei più elementari generi di prima necessità, fratelli che in Medio Oriente e in tante altre parti del mondo soffrono per la loro fede. Alziamo la voce - ha concluso - perché abbia fine tutto questo supplizio e si percorrano vie di conciliazione».