Bari - Nessuna richiesta alla Regione di ripristino dell’Irba (Imposta Regionale sulla Benzina per Autotrazione) è arrivata di recente dall’Anci, semmai quella a suo tempo rivolta dai sindaci di un adeguato finanziamento ai capoluoghi di provincia sulle percorrenze chilometriche. La precisazione arriva dal sindaco di Bari e neo-presidente dell’Anci nazionale Antonio Decaro, dopo che il tema dell’accisa sulla benzina è tornato in auge nel corso della convention della giunta Emiliano organizzato a Bari.
L’eventualità di un ripristino dell’Irba, introdotta dalla giunta Vendola e abrogata dallo stesso governo nel 2013, è stata sollevata dall’assessore ai Trasporti Gianni Giannini per far fronte all’ineludibile rottamazione dell’intero parco rotabile regionale (urbano ed extraurbano). I 72 milioni resi disponibili dal Por e le risorse che saranno liberate dal Patto per la Puglia potrebbero non essere sufficienti per sostituire un migliaio di bus il cui costo medio è di 200mila euro. Ed ecco che, per far fronte ad una spesa di circa 200 milioni, viene rispolverata l’idea dell’Irba, ovvero l’addizionale di 0,0258 cent per litro che, durante la prima legislatura Vendola, garantì mediamente entrate per 20-30 milioni di euro. Peccato che la legge di Stabilità 2016 ha messo un’ipoteca su tutti gli aumenti delle tasse «di scopo» locali, ad eccezione di quelli finalizzati alla copertura del deficit sanitario: alle amministrazioni è impedito di aumentare aliquote a tariffa rispetto a quelle deliberate nel 2015. Dunque, occorrerà capire se il governo Renzi confermerà anche per il 2017 l’altolà alle addizionali, considerato - tra l’altro - che l’imposta sulle benzine avrebbe dovuto produrre una riduzione del prezzo alla pompa negli anni in cui fu applicata ed incassi per l’amministrazione maggiori rispetto a quelli preventivati: fu proprio il mancato raggiungimento di questi obiettivi ad indurre la giunta Vendola ad abrogarla.
«La richiesta alla Regione non è di oggi, ma di oltre un anno fa - spiega Decaro - quando i sindaci di capoluogo, tra i quali il sottoscritto, guidati dal presidente regionale dell’Anci, Perrone, chiesero a Emiliano - appena insediato - di finanziare non nuovi autobus ma le percorrenze chilometriche che in Puglia sono sottostimate rispetto ad altri capoluoghi di provincia di uguali dimensioni. La Regione ci rispose che non c’erano le risorse e, per questo, proponemmo di ripristinare l'Irba, ma l’obiettivo non era quello di dotare di nuovi autobus la Regione, semmai di coprire le percorrenze chilometriche per consentire a città fortemente penalizzate, come Lecce, di aumentare le corse visto che sono bacini di università, uffici centrali, scuole e mete di tanti pendolari. Bari, ad esempio, riceve 2 euro per km, ma altri capoluoghi di uguali dimensioni ricevono il doppio». In ogni caso, come detto, salvo nuove deroghe sarà impossibile per la Regione adottare questa scelta, sulla quale lo stesso governatore ha sollevato perplessità.
Ora, ovviamente, ci pensa l’opposizione a soffiare sul fuoco dell’eventuale, mini-stangata sugli automobilisti. «La tassa sulla benzina è un'imposta su tutti e non su chi usa gli autobus - attacca Ignazio Zullo, capogruppo dei Cor -. Noi da sempre siamo favorevoli al rinnovo del parco mezzi e proprio per questo chiediamo al governatore Emiliano come mai non intenda utilizzare i fondi comunitari e nazionali. L'Asse IV dell'accordo di partenariato, documento che regola l'impiego dei fondi comunitari per il periodo 2014-2020, prevede specifici finanziamenti per sostenere la transizione verso l'economia a basse emissioni di carbonio e quindi anche con misure ad hoc per il rinnovo dei mezzi del trasporto pubblico locale. Come mai la Regione Puglia nel suo PO Fesr non lo ha previsto?». Il governo Renzi ha ridotto i finanziamenti? «L'articolo 77 del disegno di legge di bilancio, attualmente in discussione alla Camera, prevede oltre 3 miliardi di euro fino al 2033 per il rinnovo del parco automezzi del tpl. Perché Emiliano le risorse non le prende da lì?».