Domenica 07 Settembre 2025 | 00:35

«Tristeza», altro virus in Puglia
strage di aranci e limoni

 
Marco Mangano

Reporter:

Marco Mangano

«Tristeza», altro virus in Pugliastrage di aranci e limoni

Lunedì 07 Novembre 2016, 09:31

C’è Tristeza negli agrumeti. Il virus defoglia, dissecca e condanna a morte centinaia di milioni di aranci e limoni in tutto il mondo, dopo averne deformato i frutti. Trema la Puglia - già ferita dalla Xylella Fastidiosa, killer degli ulivi - per quest’ennesima emergenza agricola (c’è una recrudescenza della patologia). Un dato basta a far comprendere quanto importante sia la portata dell’infezione (la più grave malattia degli agrumi), di origini asiatiche: in provincia di Taranto, in soli 5 anni e cioé dal 2010 al 2015, ha determinato una riduzione del 17% nell’estensione degli agrumeti (2mila ettari) con un conseguente forte calo produttivo. La regione convive da anni con la virosi di cui si parla poco, nonostante sia violenta e molto pericolosa (non esistono cure, l’albero va sradicato). La patologia (nessun pericolo per la salute) è causata dal Citrus Tristeza virus (Ctv) appartenente al gruppo delle Closterovirusche. Si diffonde per innesto o per mezzo di afidi, il più pericoloso dei quali è il Toxoptera citricidus.
«L’Osservatorio fitopatologico della Regione Puglia in base ai monitoraggi annuali - spiega il presidente della Coldiretti di Puglia, Gianni Cantele, che lancia l’allarme - ha individuato nel territorio le aree focolaio nella provincia di Taranto colpita dal virus in misura notevole».
In Puglia i danni, sui piani produttivo e commerciale, sono tangibili e ingenti. «I nostri agricoltori dell’area ionica - aggiunge Cantele - possono esportare agrumi con foglia nei mercati comunitari solo se accompagnati da passaporto poiché il virus si trasmette attraverso la parte vegetale e non tramite i frutti. È urgente - avverte - una strategia complessiva della Regione Puglia contro le numerose e incontenibili malattie delle piante che arrivano nella regione attraverso le frontiere colabrodo dell’Ue».
La Xylella degli ulivi, il cinipide galligeno che decima i castagni, il punteruolo rosso che fa strage di decine di migliaia di palme, la Tristeza degli agrumi e molti altri batteri e virus che varcano le frontiere comunitarie e mettono a repentaglio patrimonio arboreo, produzione e paesaggio pugliesi, arrecano all’agricoltura danni per un miliardo di euro.
«Anche nel caso della Tristeza degli agrumi, le direttive comunitarie - osserva il produttore Nunzio Cardellicchio di Massafra, nel Tarantino - impongono l’estirpazione degli alberi, con un danno evidente diretto e indiretto a nostro carico. Il quadro è nero, se si pensa che, oltre alla malattia con cui dobbiamo convivere, negli ultimi anni la competizione degli altri Paesi mediterranei ha determinato un crollo fino al 25% dei prezzi dei nostri agrumi».
In Puglia si producono un milione e 100mila quintali di arance, mandarini e clementine di eccellente qualità, che spesso non trovano mercato. «Non dobbiamo trascurare i gravi danni subiti da cooperative e vivaisti - afferma Vincenzo Stellaccio, produttore di Palagiano - che sono inermi di fronte agli attacchi della virosi, diffusa da decenni in provincia di Taranto. Una volta colpita dalla malattia, la pianta è destinata a morire nell’arco di qualche anno. Uno degli aspetti più deleteri è che la virosi non si manifesta subito, ma ha un lungo periodo di incubazione. Quando insorgono i sintomi è troppo tardi e, con buona probabilità, l’agrumeto risulta ormai compromesso».
Dal decreto che detta le misure fitosanitarie contro la Tristeza, le aree di coltivazione delle piante soggette al virus (generi Citrus, Fortunella, Poncirus e loro ibridi, nonché gli alberi appartenenti alla sottofamiglia delle Aurantioideae) sono suddivise in zone “indenni”, “focolaio”, “di contenimento”, “di insediamento”, “tampone”, con i relativi adempimenti da seguire. Sono, inoltre, definite le condizioni che portano all’obbligo di sradicamento delle piante colpite. Molto importante è la parte che prevede che le regioni possano stanziare le risorse per il risarcimento dei danni subiti dai produttori e dai vivaisti in caso di obbligo di espianti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)