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Foggia, così l'ex direttore Aci
se la spassava coi soldi dei bolli

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Foggia, così l'ex direttore Acise la spassava coi soldi dei bolli

I giudici: restituisca 800mila euro. Per anni si girava i bonifici sul suo conto personale

Martedì 01 Novembre 2016, 11:30

02 Novembre 2016, 15:00

BARI -Dalle casse dell’Automobile Club di Foggia mancavano 927mila euro, soldi provenienti dalle quote associative e dalle licenze sportive Csai. Avrebbe dovuto riversarli la Aci Foggia Gestore srl, una società partecipata dallo stesso Automobile Club nel frattempo fallita, lasciando un «buco» che ha poi portato al commissariamento della sede dauna. Per questa vicenda la Corte dei Conti della Puglia, accogliendo la ricostruzione del vice-procuratore Pierpaolo Grasso, ha condannato l’ex direttore provinciale, Nunzio Tarantino, a restituirne circa 800mila: il resto della somma è nel frattempo andato prescritto, ma è ancora in piedi il processo che riguarda bolli regolarmente incassati ma mai pagati.
La vicenda, finora mai emersa, è stata scoperta nel 2013 dal successore di Tarantino, che ha presentato un esposto proprio a proposito della società Gestore srl, partecipata dagli Automobil Club provinciali di Foggia (51%) e di Taranto (49%) e poi fallita. Ad amministrarla lo stesso Tarantino, che - annotano i magistrati - per anni «aveva continuato a disporre bonifici in proprio favore per “emolumenti per missioni”, nonché ad effettuare prelevamenti di contanti ed emettere assegni circolari per causali e beneficiari ignoti». Nel frattempo la Gestore, «anche in data successiva alla dichiarazione di fallimento», aveva continuato a ricevere somme ingenti dall’Ac Foggia.
La Corte dei Conti ha affidato allo stesso curatore fallimentare della Gestore il compito di ricostruire quello che è avvenuto. La società a partire dal 2006 era stata delegata a occuparsi del front office dell’Automobile Club dauno, compreso quindi l’incasso di tasse e quote di iscrizione, con la possibilità di accedere al sistema informatico dell’Aci: nel periodo 2009-2013 la Gestore ha riversato solo 472mila euro relativi a quote associative e licenze Csai, trattenendone circa 940mila. La stessa Gestore aveva poi creato società satelliti per le strisce blu in vari Comuni della provincia Chieuti, Cerignola, Margherita di Savoia, a loro volta beffati. In sede fallimentare è emerso il vorticoso giro di assegni, contanti e rimborsi spese del direttore provinciale, nonché le numerose cartelle esattoriali che gli erano state notificate come amministratore della Gestore per il mancato pagamento delle imposte. Tarantino è stato allontanato dall’Aci nel 2013, pare con il pagamento di una buonuscita.
Davanti alla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti pugliese (presidente Raeli, relatore Daddabbo) si è costituito anche l’Aci di Foggia, assistita dall’avvocato Felice Lorusso. Pur accogliendo la ricostruzione dell’accusa, i giudici hanno rilevato che le somme incassate fino a ottobre 2009, circa 140mila euro, sono prescritte, mentre altri 13mila euro risultano coperti da note di credito: per questo la condanna è pari a circa 800mila euro oltre gli interessi. Davanti ai giudici contabili è in corso un altro procedimento nei confronti di Tarantino, quello per i bolli auto incassati dalla Gestore e mai riversati all’Aci che li ha invece dovuti pagare alla Regione per altri 235mila euro. Il processo penale, per i fatti relativi al 2009, si sta invece svolgendo davanti al Tribunale di Foggia.
La sentenza contabile può essere appellata. Ma la partita adesso riguarda la possibilità di recuperare almeno in parte le somme sparite, considerando che l’Aci è equiparato a un ente pubblico. Nel 2014 il procuratore Grasso aveva chiesto e ottenuto il sequestro conservativo dei beni di Tarantino, ma la Finanza ha trovato soltato due terreni agricoli di scarso valore. Tuttavia Grasso ha chiesto e ottenuto la revocatoria della donazione del suo 50% di una villa nel complesso Ippocampo di Manfredonia che Tarantino aveva ceduto alla moglie.

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