POTENZA - I distributori di carburante minacciano la «serrata» per stoppare le card benzina. La Fegica (federazione gestori impianti carburanti) di Basilicata denuncia che gli unici lucani, anche se patentati, a non essere contenti dell’emissione della quarta tranche del bonus idorcarburi, sono i benzinai. «I costi di gestione troppo alti derivati dai pagamenti con moneta elettronica a cui i benzinai sono soggetti - spiega Gennaro Caprioli segretario della Fegica - potrebbe portare gli stessi, anche andando contro a normative che obbligano l’accettazione di tale pagamenti, a non accettare la card come pagamento per i rifornimenti di carburante. I margini lordi dei gestori delle stazioni di servizio - ricorda la federazione - si attestano mediamente sui 3 centesimi al litro, in pratica tenendo presente il prezzo di vendita del carburante e parlando in termini di percentuali, tra l’1,5 ed 2% del prezzo finale alla pompa. In un settore in profonda crisi, e tenendo presente che il tutto non porterà alle gestioni nessun incremento di vendite ma solo una forma diversa di pagamento, tali esigui margini non consentono ai benzinai di vendere quotidianamente e sino all’azzeramento delle card idrocarburi, il 90-100% del carburante gravato esclusivamente da costi (come commissioni bancarie, telefonate cui i terminali pos effettuano per ogni transazione, valuta degli accrediti) i quali incidono per l’80-90% del margine di gestione, quando in altri periodi le vendite effettuate con moneta elettronica sono pari al 10-15% delle vendite giornaliere. Tutto ciò aggravato da problematiche dovute alla tempistica degli accrediti delle transazioni non sempre puntuali e che inevitabilmente portano ad una mancanza temporanea di soldi necessari per il prosieguo quotidiano della propria attività».
La Fegica chiede un incontro con la Regione per esaminare la questione. Di fronte al silenzio valuterà con i gestori eventuali forme di recupero dei costi, non escludendo in ultima analisi anche la mancata accettazione delle card idrocarburi.