BARI - Su buona parte delle linee salentine si andrà a 50 all’ora. Sulle altre, nonostante il doppio macchinista, non si potranno superare i 70. Non c’è pace per le Ferrovie Sud-Est. Nonostante la ri-formulazione degli orari in seguito alle nuove disposizioni di sicurezza, da oggi si apre infatti una nuova pagina di ritardi, con possibili ripercussioni su un’operatività già fortemente provata.
Ieri l’Ansf, l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, ha infatti inviato una circolare a tutti i gestori per informarli che anche l’utilizzo del secondo macchinista, come «contromisura» al limite dei 50 all’ora sulle linee non dotate del dispositivo Scmt (il «pilota automatico dei treni») è soggetta a limitazione: «In nessun caso può consentire velocità superiori ai 70 km/h in assenza di dispositivi di protezione automatica della marcia dei treni». Già all’indomani della prima circolare, le Sud-Est avevano introdotto il secondo macchinista per riportare la velocità a 80 chilometri l’ora. Dovranno dunque scendere, già da subito, con un inevitabile allungamento dei tempi specie sui collegamenti più lunghi.
La nuova disposizione riguarda solo Sud-Est, perché le Ferrovie Bari Nord hanno scelto invece di rispettare i 50 all’ora in attesa di completare l’installazione del sistema Scmt. Sempre sulla Sud-Est, ieri, una disposizione del direttore di esercizio ha imposto i 50 l’ora anche sulla Maglie-Otranto, sulla Casarano-Gallipoli e sulle tratte Casarano-Gagliano della Novoli-Gagliano e Maglie-Gagliano della Zollino-Gagliano, quelle su cui è maggiore la presenza di passaggi a livello non dotati di sistemi di protezione elettronica. Ieri era stato ipotizzato di poter applicare i 70 all’ora anche su questa parte della rete: invece si dovrà far riferimento, ancora per molti mesi, alle disposizioni più restrittive.
L’emergenza, dunque, è tutt’altro che risolta, e gli incontri tecnici degli ultimi giorni con il direttore dell’Ansf, Amedeo Gargiulo, non hanno portato alcun tipo di ammorbidimento delle disposizioni. Le Regioni, con la Puglia tra le più colpite, hanno infatti fatto presente che l’effetto dei rallentamenti è il progressivo abbandono dei treni, con uno spostamento di passeggeri verso i servizi su gomma e un corrispondente calo dei ricavi per i biglietti. I lavori per la messa in sicurezza e l’installazione del sistema Scmt - Ansf ha addirittura chiesto che si utilizzi il sistema Etcs, tecnologicamente più avanzato e molto più costoso - richiederanno almeno due anni, sempre ammettendo che siano disponibili le risorse: per la sola Puglia sono necessari 2-300 milioni di euro, non solo per installare Scmt ma soprattutto per eliminare i 300 passaggi a livello non protetti che ancora esistono sulle ex reti concesse.
Nel frattempo, la Regione ha chiesto ai gestori interessati (Sud-Est, Fnb, Ferrovie del Gargano) il deposito dei progetti di adeguamento. È il primo passo - ha spiegato l’assessore ai Trasporti, Gianni Giannini - per individuare i finanziamenti necessari. [m.s.]