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Buona scuola, esodo forzato
per mille docenti pugliesi

 
Mimmo Giotta

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Mimmo Giotta

In 3mila ce l'hanno fatta a restare in regione. Cinquecento posti per i colleghi Gae

Venerdì 30 Settembre 2016, 12:40

Oltre 4000 docenti pugliesi avevano fatto richiesta di mobilità, sperando in una sede più vicina ai propri affetti. Ci sono riusciti in 3000, per gli altri 1100 resta la cattedra fuori regione. Al termine delle operazioni di assegnazione provvisoria, che si chiuderanno entro il 5 ottobre, la soddisfazione della Direttrice dell’Ufficio Scolastico regionale Anna Cammalleri, numeri alla mano, è palese. «Non rende felici tutti , ma non infelice una categoria. Non ci sono state categorie privilegiate rispetto alle altre. Le assegnazioni provvisorie sono state fatte rispettando la legge. Per i docenti delle Gae - continua Cammalleri - ci sono posti sul sostegno che dovrebbero essere assegnati con le supplenze».
Gli Uffici Scolastici provinciali hanno lavorato a pieno regime per tutta l’estate. Tanti gli spezzoni di sei ore che hanno contribuito a creare cattedre. L’aumento degli alunni disabili in Puglia poi, oltre 700 rispetto allo scorso anno, ha determinato ulteriori posti. Tutti i docenti che avevano la specializzazione del sostegno, oltre duemila, sono rientrati con qualche eccezione per chi aveva indicato solo una sede come preferenza e non l’ambito o la provincia di residenza. Per i docenti di posto comune, sui 2204 che avevano fatto domanda di assegnazione provvisoria, solo 1194 hanno visto accolta la loro richiesta. Per gli insegnanti nelle graduatorie a esaurimento le buone notizie arrivano solo dal sostegno. Ci sono 500 posti da assegnare nella scuola dell’infanzia, 300 in quella primaria, 230 nella secondaria di primo grado e 260 in quella di secondo. Nessun posto comune è a loro disposizione. Tutte le cattedre disponibili sono finite nel calderone delle assegnazioni provvisorie acuendo ancora la guerra tra poveri. Tra i nastrini rossi, ovvero i docenti entrati in ruolo fuori regione e i nastrini bianchi, i docenti delle Gae, il confronto è duro.
Il Presidente della Regione Emiliano ha convocato i sindacati per trovare una soluzione. All’incontro erano presenti tutte le sigle sindacali, l’assessore Leo e il vicedirettore dell’Ufficio scolastico regionale Trefiletti. Teso e lungo il confronto con i rappresentanti delle Gae sul piede di guerra. Le condizioni poste dai nastrini bianchi difficili da realizzare. Chiedevano l’immissione in ruolo immediata al posto di chi ha avuto l’assegnazione provvisoria: impossibile con le leggi vigenti . Chi ha accettato il ruolo ha in fatti giuridicamente più diritto di chi è ancora precario in una graduatoria a esaurimento. A tendere loro una mano i nastrini rossi, la maggior parte dei quali rientrati a casa grazie alle utilizzazioni e alle assegnazioni provvisorie. Vedono i colleghi delle Gae «non più come antagonisti, ma come lavoratori che pagano per le scelte politiche e le riforme scellerate che si sono susseguite sino ad oggi e che hanno solo e sempre tolto al mondo della scuola e mai dato, soprattutto al mezzogiorno». È quanto sostiene la portavoce Francesca Marsico che chiede un incontro al Presidente Emiliano , per portare avanti i contenuti della mozione approvata dal Consiglio Regionale con la rimodulazione delle cattedre, ad oggi, del tutto insufficienti per il normale e regolare svolgimento delle attività didattiche. La politica però può fare poco o nulla per venire incontro a due esigenze contrapposte. Potenziamento degli organici e tempo pieno le uniche richieste possibili da avanzare al Governo alle prese con i numeri della legge di stabilità. Difficilmente però, il Mef, Ministero dell’Economia, potrebbe dare il via libera.  Nell’attesa della deroga dei tre anni sulla mobilità, per i docenti che sono rimasti fuori regione, non è rimasto altro che prendere servizio o chiedere l’aspettativa non retribuita , il part time o permessi per motivi di salute per rientrare a casa. Per gli insegnanti delle Gae solo incarichi sul sostegno che saranno assegnati nelle prossime ore.
I sindacati, presi tra due fuochi , attraverso il segretario regionale della Cisl Roberto Calienno , chiedono alla Regione Puglia di procedere da subito con il progetto «Diritti a Scuola». Il progetto, secondo Calienno, deve prevedere il riconoscimento integrale del servizio oltre che la giusta retribuzione. Pur nel rispetto di quanto disposto dalla tipologia di finanziamento, dovrebbe inoltre essere esteso a tutte le classi di concorso e agli ordini di scuola. Per Claudio Menga, segretario regionale della FLC CGIL, è prioritario tenere uniti i docenti e chiedere con forza il recupero degli organici tagliati dal Ministro Gelmini in Puglia . A creare ulteriore confusione numerosi decreti monocratici e ordinanze collegiali del TAR riguardo all’inserimento in GaE con riserva di docenti abilitati con TFA ( tirocini formativi attivi) e PAS (percorsi abilitanti speciali). Alcuni uffici scolastici inseriscono immediatamente i ricorrenti, conferendo incarichi a tempo indeterminato o determinato, altri richiedono un ulteriore decreto di ottemperanza per conferire i citati incarichi. Tra docenti e dirigenti scolastici poi, non corre buon sangue. La trasparenza nell’assegnazione del bonus premiale, e qualche tentativo di spostare gli insegnanti aventi sede e cattedra, nel potenziamento stanno causando malumori e proteste. Intanto l’accordo tra sindacati e Governo sulle pensioni ha aperto una porta sulla possibilità che alcuni insegnanti possano rientrare nella categoria dei cosiddetti lavori usuranti. Si parla di docenti della scuola dell’infanzia, di quelli della primaria e anche di qualche docente della secondaria sottoposto a dosi di stress non indifferenti Per sapere quali categorie, anche della scuola, entreranno nella lista definitiva dei beneficiari, bisognerà attendere la concertazione con i sindacati.

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