TARANTO - «I numeri a volte sono impietosi, ma quelli che fotografano i risultati della raccolta differenziata dei rifiuti a Taranto sono una vergogna che lascia attoniti e che dovrebbe spingere molti, amministratori in primis, ad un accorato mea culpa». Lo sottolinea il Circolo Legambiente di Taranto precisando che nel capoluogo ionico «la raccolta differenziata a metà 2016 è ferma al 16%» e «in cinque anni, pur partendo da livelli bassissimi, è stata incrementata di soli 8 punti percentuali. Un risultato risibile: una lumaca sarebbe arrivata più lontano».
Nel 2012 la differenziata a Taranto si attestava sull'8%, per passare all’11,4% del 2013, al 12,6% del 2014 e al 15,3% lo scorso anno. I dati «sono sconfortanti - spiega l’associazione ambientalista - se paragonati alle altre grandi realtà urbane della Puglia, che pure è una regione che certo non brilla nella raccolta differenziata. Lecce è al 38%, Bari al 36, Brindisi al 26, Barletta al 70, Andria al 66, Trani al 19. Persino il quasi 16% di Foggia a metà del 2016 riflette un andamento negli ultimi mesi di gran lunga migliore di quello di Taranto». Il dato generale della Puglia «si attesta per ora - conclude Legambiente al 34,7%: più del doppio rispetto a Taranto. E' evidente insomma che si è preferito finora, e si preferisce ancora, mantenere lo statu quo, con un modello di raccolta dei rifiuti obsoleto ed inefficiente, con costi ambientali elevati, piuttosto che mettere mano ad un progetto serio».