Sabato 06 Settembre 2025 | 18:53

Terrorismo, espulso tunisino
«Aveva esultato per Parigi»

 
Nicola PEPE

Reporter:

Nicola PEPE

Insieme all'Imam di Andria (anche lui espulso) era stato scarcerato dalla Cassazione in quanto assolto perchè il fatto non sussiste

Giovedì 18 Agosto 2016, 13:22

20:24

BARI - Inneggiava al jihad dopo gli attentati di Parigi e per questa sua «indole violenta» è stato espulso dal territorio italiano un altro dei cinque tunisini residenti in Puglia accusati (ma poi assolti dalla Cassazione) di terrorismo internazionale. Dopo l’ex imam della moschea del Barese Hosni Hachemi Ben Hassen, già rimpatriato il 13 agosto, è toccato oggi al 35enne Khairredine Romdhane Ben Chedli. L’uomo, condannato dalla Corte di Assise di Appello nel 2015 per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale, era stato scarcerato il 2 agosto scorso in seguito alla sentenza della Cassazione che aveva annullato la precedente decisione dei giudici.

«La sua indole violenta - ha spiegato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano - che lo aveva portato a inneggiare al jihad e a ritenere la morte in battaglia una legittima aspirazione, assieme al suo apprezzamento per gli attentati di Parigi, gli è valsa l’emissione del decreto di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato. Nessuna linea di tolleranza con chi non rispetta le nostre leggi e sposa schemi di violenza e di morte».

Con quella di Khairredine salgono a 44 le espulsioni decise nel 2016, 110 dal 2015. Il 35enne era già stato espulso dal prefetto di Cosenza dopo essere stato scarcerato a Rossano (Cosenza). Nei suoi confronti il questore di Cosenza, Luigi Liguori, aveva adottato il provvedimento di accompagnamento in un Cie perché comunque era entrato nel territorio nazionale clandestinamente.

Il tunisino e altre quattro persone, tra cui l’imam, furono arrestati dal Ros dei Carabinieri di Bari nell’aprile 2013. In primo grado, nel settembre 2014, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, furono condannati dal Tribunale di Bari a pene comprese fra cinque anni e due mesi e tre anni e quattro mesi. Stando alle indagini della Dda di Bari, tra il 2008 e il 2010 il gruppo, sotto la guida dell’Imam tunisino della moschea di Andria, Hosni Hachemi Ben Hassem, avrebbe studiato in rete le tecniche per costruire ordigni, si sarebbe addestrato sull'Etna, in Sicilia, ridendo delle chiese distrutte in Abruzzo dal terremoto e parlando di odio, di sacrificio, di morte. In appello, nell’ottobre 2015, le condanne vennero confermate con riduzione di pena a due anni e otto mesi per il solo Chamari Hamdi, ma nei mesi scorsi la Cassazione ha stabilito l’insussistenza di quelle accuse, rinviando alla Corte di Assise di Appello per la rideterminazione della pena per il solo imam, accusato di istigazione all’odio razziale. (di Isabella Maselli, ANSA) 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)