di MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - Hanno accontentato tutti. Consiglieri regionali, assessori comunali, figli, nipoti, giovani esponenti di partito. Hanno speso cifre astronomiche, pagate da tutti i cittadini, per assunzioni interinali che non servivano assolutamente a nulla se non a garantire qualche comodo stipendio. Benvenuti all’Arif, l’Agenzia della regione per gli operai irrigui e forestali, che per anni è stata «la» mangiatoia di una certa politica. Ed oggi che Michele Emiliano l’ha commissariata, vengono fuori i numeri di un vero e proprio scandalo.
L’Arif si occupa di due cose: garantisce la funzionalità dei 250 pozzi dislocati tra Bari e il Salento (per erogare 11,9 milioni di metri cubi d’acqua), e si fa carico della sorveglianza antincendio. Ha in organico 550 operai forestali e 351 unità di personale (questi ultimi in parte stagionali) per svolgere l’attività irrigua. Un esercito di gente che fino al 30 giugno scorso è stato rinforzato da battaglioni di interinali, assunti per chiamata diretta, in particolare nel Salento. Nel 2015 erano 350 per l’antincendio e 200 per l’irrigazione. Quasi tutti inutili.
Un esempio chiarirà il concetto. In provincia di Lecce, l’Arif gestisce 16 impianti per l’irrigazione. Nel 2015 in ciascuno dei pozzi risultavano in servizio fino a 14 operai. Pozzo «Casino Grillo» di Lizzanello: 6 operai per erogare in un anno 1.730,84 euro di acqua. Ma il top è l’impianto «Romatelle»: 16 operai, tutti interinali, per appena 418 euro incassati. In totale, per i soli pozzi del Salento l’Arif ha speso 242mila euro per i propri dipendenti, 571mila per gli ex Sma e 2.347.030 euro per gli interinali. Totale (comprese altre spese): 3.161.649,78 euro spesi per incassarne 86.885. Un affarone.
L’ultima infornata è avvenuta il 1° gennaio. L’ex direttore generale Giuseppe Taurino ha firmato 346 assunzioni di interinali, con contratti di 4 o 6 mesi, che sono costati in totale circa 4,5 milioni di euro. Per fare che? «Questo lo chieda al mio predecessore», dice il commissario dell’Arif, Domenico Ragno, che è stato nominato a inizio aprile e che il giorno dell’insediamento ha trovato dietro la porta la fila di quanti reclamavano una proroga del contratto. Gli elenchi, che la «Gazzetta» ha ottenuto e che la Regione potrebbe trasmettere alla Procura, sono in effetti piuttosto significativi. Ci sono operai che, pur attraverso una alternanza di agenzie interinali (Maxwork, Lavoro Mio e Tempor), hanno maturato cinque anni di anzianità a servizio dell’Arif, chiamati di norma per 6 mesi l’anno, senza uno straccio di procedura di evidenza pubblica. Sarà poi senz’altro una coincidenza se molti di quei nomi hanno assonanza con esponenti politici di amministrazioni locali del Salento, tutte o quasi di estrazione Pd, o magari con quelli di loro congiunti. Una questione che era stata oggetto, lo scorso anno, ad una faida interna al Pd salentino: il consigliere regionale Ernesto Abaterusso aveva accusato Arif di un uso politico delle assunzioni, per favorire il suo (di Abaterusso) avversario Sergio Blasi.
Il punto vero è che, numeri alla mano, si può dire che l’emergenza roghi in Puglia non esiste. La Puglia è una delle regioni con la più bassa superficie boscata d’Italia (appena 170mila ettari: la Toscana ne ha oltre un milione), peraltro localizzata in aree molto precise (il Gargano, il Subappennino, la Murgia, il litorale del Salento). E in Puglia l’andamento degli incendi dal 2009 a oggi segue esattamente la media nazionale. Questo è vero anche per il 2016, nonostante non sia stato ancora assunto nemmeno un interinale. «Il numero di incendi - spiega Ragno - quest’anno è leggermente aumentato, ma le superfici interessate sono assolutamente paragonabili se non inferiori a quelle degli anni precedenti». Insomma, non è vero che meno assunzioni di interinali equivalga a più incendi, come accade in altre Regioni (Calabria e Sicilia su tutte) dove il settore dei forestali è un buco nero. Qui il buco nero sembrerebbe concentrato tutto nelle tasche della politica.
Questo è il contesto in cui la Regione, nell’assestamento di bilancio, si prepara a concedere all’Arif un finanziamento da circa 11 milioni di euro. Soldi che stavolta andranno solo in minima parte agli interinali. «Ci sarà un contingente minimo di assunzioni - spiega Ragno - ma saranno distribuite con vari parametri oggettivi e in base ad un accordo con tutte le sigle sindacali. Saranno assunti solo gli interinali che non hanno lavorato nel 2016, e saranno scelti sulla base delle effettive capacità privilegiando chi ha il reddito più basso. Il discorso delle chiamate nominative è definitivamente chiuso».