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Emiliano e il referendum
«La Costituzione non si modifica
per un ordine di partito»

 
Rita Schena

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Rita Schena

Michele Emiliano

Giovedì 09 Giugno 2016, 17:00

17:02

BARI - «Non ci può essere sul referendum costituzionale una linea di partito. Anche perché non saprei dire chi l’ha individuata questa linea di partito sulle riforme costituzionali. Io non ho mai partecipato a nessuna discussione che riguardasse il dettaglio di queste riforme». Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, prende posizione sulle polemiche politiche che stanno alimentando il dibattito sul prossimo referendum costituzionale. Emiliano sottolinea di aver «preso atto che il Parlamento ha votato le riforme e noi le stiamo studiando. Siamo in una fase in cui stiamo studiando le riforme e i loro effetti. Poi ognuno di noi deciderà come andare a votare». «Come deve succedere in ogni consultazione costituzionale - evidenzia Emiliano - perché la riforma della Costituzione non è una cosa che si fa per ordine di partito. È una decisione larga, di una comunità, che l’articolo 138 affida a maggioranza rafforzate, e addirittura alla conferma e validazione del referendum».

Per il presidente della Regione Puglia «il referendum» costituzionale «non può essere un plebiscito sulla leadership» di Matteo Renzi e che «se il Pd commette l’errore di trasformare il referendum in un plebiscito Matteo Renzi sì, Matteo Renzi no, è chiaro che rischiamo di perderlo in ogni caso. Nel caso in cui vinca il sì e nel caso in cui vinca il no». «Perché - rileva Emiliano - avremmo modificato nella prassi il fine che il referendum ha secondo la Costituzione. E questo non possiamo farlo».
Emiliano aggiunge che «anche laddove dovesse vincere il no, secondo me il presidente del Consiglio non dovrebbe assolutamente dimettersi. Il presidente del Consiglio si dimette solo in un caso: quando il Parlamento lo sfiducia, o quando lui teme che il Parlamento non abbia più fiducia in lui. Ma il Parlamento gli ha affidato il compito di guidare le riforme costituzionali e lui questo compito l’ha assolto. Quindi il parlamento non può lamentarsi di Matteo Renzi». «Poi può succedere - conclude Emiliano - che il popolo italiano sia di un’altra idea, ma questo fa parte delle regole costituzionali. Ma non ha nulla a che vedere con Matteo Renzi».

«Secondo me è sbagliato che il presidente del Consiglio metta la fiducia su se stesso», ha spiegato sempre Emiliano commentando la decisione del premier, Matteo Renzi, di dimettersi nel caso in cui vincesse il no al referendum costituzionale.
Per Emiliano, il presidente del Consiglio «si deve occupare di rilanciare l’economia, di ripristinare la giustizia nel nostro paese, di rilanciare l’occupazione. Queste sono le cose di cui si occupa un presidente del Consiglio, non delle riforme costituzionali». «Matteo Renzi lo ha dovuto fare in via di emergenza - conclude Emiliano - quindi a questo punto deve accettare che il giorno del referendum, in perfetta libertà, ognuno decida se deve votare sì o no».

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