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Leicester, non solo Mr Ranieri
qui una colonia di pugliesi

 
Alessandro Salvatore

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Alessandro Salvatore

Leicester, non solo Mr Ranieriqui una vera colonia di pugliesi

Sabato 21 Maggio 2016, 13:38

di ALESSANDRO SALVATORE

«Leicester è una città cosmopolita e lavoratrice. È un modello da seguire, distante dai bigottismi dell’Italia. E noi siamo felici che sia stato un nostro connazionale, Claudio Ranieri, a renderla famosa nel mondo». La Puglia ha una colonia nella nuova terra del calcio. Tra gli oltre 500 italiani residenti nella city c’è una fetta giunta dal Tacco. La «Gazzetta del Mezzogiorno» li ha scovati, raccontando le loro storie. È fatta di passione quella di Giuseppe Greco, classe 1946. Il papà e il nonno gli hanno trasmesso l’arte dei capelli, praticata nel «Salone da Barba» di Piazza Falconieri. Dal cuore di Monteroni al cuore di Leicester: a Gallowtree Gate, nel palazzo di proprietà del tour operator Thomas Cook, c’è Moda Greco Hair Designers. «Sono il titolare di un coiffeur di tendenza - racconta Greco - che al momento offre lavoro a 12 persone. Negli anni abbiamo servito molti vip, tra questi i Duran Duran e il calciatore Andy King. Lui, Mahrez e Vardy sono le mie Foxes preferite».

Per la miracolosa conquista della Premier League, Moda Greco si è tinta di biancazzurro, parrucche e caramelle comprese. «Ranieri ha mostrato il valore dell’umiltà. Con una squadra inizialmente etichettata come insufficiente, ha vinto il titolo d’Inghilterra. Sembra una favola - dice Greco - ma si fonda in una realtà civile. Qui il pallone è fair play ed umanità, come dimostra il proprietario thailandese del club, che ha donato 2 milioni di sterline ad un ospedale pediatrico». Vichai Srivaddhanaprabha pratica il Buddhismo, la religione con la quale si medita nel Cafè di Leicester dove lavora Elisa Guido. Vent’anni, è giunta da Calimera nelle Midlands Orientali «per costruirmi un avvenire. Qui c’è un angolo di paradiso, dove riesci a trovare subito lavoro per pagarti gli studi. È ciò che sto facendo io, alla ricerca del mio equilibrio» dice Elisa. Il suo impatto con Leicester è, guarda caso, nel segno del football: «Il padrone della prima famiglia come ragazza alla pari è il pizzaiolo della squadra regina della Premier League. È di Campobasso. Roba nostra, fatta di gusti prelibati. Sì perché dell’Italia mi mancano la tavola ed il mare».

Stessa ed un’unica «assenza» per due acquavivesi, Antonella Indellicati (22 anni) e Giovanni Galasso (23). «Siamo in Amazon - raccontano dal sito di Leicester che ha generato 500 posti di lavoro -. Abbiamo scelto l’Inghilterra a caccia di fortuna. L’occupazione è arrivata dopo 5 giorni. Ci troviamo bene, perché viviamo in una città aperta e tollerante. L’intenzione è di conquistarci la stabilità. Il calcio? Non siamo esperti, ma qui si respira un’aria febbrile, che richiama gente dal mondo».
I gol dell’ex operaio in libertà vigilata e prossimo agli Europei Vardy, la difesa del «muro di Berlino» Huth, l’intelligenza tattica di Kanté, i colpi da fiorettista dell’algerino Mahrez, il «Din-Don, siamo in Champions League» di Ranieri. La favola del Leicester è planetaria. Con l’Italia che si sente co-protagonista. «Siamo orgogliosi di questo allenatore, il quale conferma il motto Italian’s do it better».

Gli italiani lo fanno meglio recita Lorenzo Scaramuzzi, lo chef Made in Molfetta. Nel bistrot di Woodhouse Eaves (15 chilometri da Foxes City) il 40enne è pizza chef. «Sulla nostra tavola calda - dice Scaramuzzi - c’è l’impronta italiana, come dicono i rustici e la focaccia barese. Tutto rigorosamente fatto a mano da me». In England Lorenzo vive da sei mesi, con lui ci sono la moglie e la figliola. «L’altra metà è rimasta in Puglia. Immersa nel blu che amo, assieme al rapper Caparezza».
È invece a Leicester da due anni Chiara Lo Buono. Con Mattia fanno due cuori ed una capanna nell’antica e prestigiosa città romana, di cui si conservano i mosaici e le mura. «Lavoro in una food factory del gruppo di distribuzione Tesco. Qui mi trovo bene - dice la ventenne barese - lo stipendio mi permette di fare cose di cui in Italia ero costretta a privarmene. Il mio sogno? Avere un futuro stabile». C’è la Puglia anche dietro il gruppo Facebook «Italiani a Leicester», attualmente formato da 1135 membri.

Il 31enne barese Danilo Vizzarro è l’amministratore, che si occupa di implementazioni di sistemi informatici. «Vivo in una città dove il costo della vita è più basso rispetto a Londra, e questo mi permette una quotidianità più agiata. Di Leicester amo la sua oasi multietnica. Il calcio? Un boom contagioso... ».
Dopo aver vissuto a Lecce per 17 anni, Louise Bond è ritornata nella sua Leicester. A fianco il compagno salentino. L’amore per la Puglia l’ha spinta a creare una società bilingue italo-inglese, che ha Facebook come leva pubblicitaria. «Ho creato questa realtà - dice la docente Bond - per generare uno scambio culturale tra due regioni che occupano un posto speciale nel mio cuore. La Puglia è bella, con la sua cultura e la sua natura. Leicester è una vibrante città multi-razziale. Dopo aver dato natali di Riccardo III ed alla band dei Kasabian, ora il nostro Re si chiama Claudio Ranieri».

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