È stata aggiornata al prossimo 4 luglio, per consentire al Tribunale l’acquisizione di una quarantina di telefonate, l’udienza preliminare nei confronti di Silvio Berlusconi e Valter Lavitola, accusati di induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria barese che indagava sulle escort portate dall’imprenditore Gianpaolo Tarantini nelle residenze dell’ex premier.
In aula oggi dinanzi al gup Rosa Anna De Palo si è presentato per la prima volta anche Lavitola, ancora sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Per un difetto di notifica ad uno dei suoi legali, la posizione di Lavitola è stata formalmente stralciata per essere però riunita al processo nella prossima udienza. L’acquisizione di ulteriore documentazione relativa alle intercettazioni telefoniche, dopo l’autorizzazione a procedere della Camera, è stata sollecitata dai difensori di Berlusconi, gli avvocati Niccolò Ghedini e Francesco Paolo Sisto. «Si tratta di intercettazioni - ha dichiarato a margine dell’udienza l’avvocato Sisto - che riteniamo utili a dimostrare l’estraneità di Berlusconi ai fatti contestati».
L’ex premier e Lavitola sono accusati di aver indotto Tarantini a mentire ai pm baresi dicendo che l’ex Cavaliere ignorava che le 26 ragazze portate fra il 2008 e il 2009 a Palazzo Grazioli, Villa Certosa e ad Arcore fossero prostitute. In cambio delle sue bugie Tarantini - secondo l’accusa - fra l'estate 2010 e l’agosto 2011 avrebbe ricevuto da Berlusconi, tramite Lavitola, circa 20mila euro al mese, oltre al pagamento di spese legali, dell’affitto di un appartamento ai Parioli a Roma e 500mila euro su un conto uruguaiano (solo in parte incassati).