di MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - La buona notizia, forse l’unica degli ultimi tre anni, è che le Ferrovie Sud-Est non dovranno versare al fisco i 2,8 milioni richiesti dopo la verifica sul bilancio 2008. Ma la sentenza della Commissione tributaria regionale, pronunciata alcuni giorni fa, potrebbe avere riflessi importanti sull’indagine penale che riguarda la gestione dell’ex manager Luigi Fiorillo, aperta dalla Procura di Bari dopo la relazione del commissario straordinario Andrea Viero. L’Agenzia delle Entrate, secondo i giudici fiscali, non può entrare nel merito delle consulenze d’oro.
La sentenza ha in realtà confermato la pronuncia di primo grado, che aveva già «stracciato» la cartella esattoriale emessa nel 2012 riducendo le sanzioni a circa 100mila euro per violazioni formali. Parliamo della penultima verifica fiscale sui conti delle Sud-Est, effettuata esattamente tre anni prima di quella conclusa a dicembre. Ma oggi come allora, il tema era sempre - ed in gran parte - quello delle maxiconsulenze affidate da Fiorillo: contratti che il fisco ha ritenuto sproporzionati tanto da recuperarli a tassazione. Sul punto la Commissione tributaria regionale (le Sud-Est erano rappresentate dall’avvocato Antonio La Scala) ha però respinto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate con una motivazione netta: «L’amministrazione finanziaria (...) dimostra di voler esercitare, nel caso di specie, una funzione di sindacabilità delle scelte economiche-aziendali che non le compete affatto, sfociando così nella rivendicazione di un inesistente diritto ad esercitare una sorta di valutazione di congruità dei costi della società contribuente».
Lasciamo ora da parte le questioni fiscali. Nel processo verbale di constatazione stilato nel 2012, è stata messa in fila la solita serie di consulenze d’oro affidate da Fiorillo (oggi indagato per peculato). Un esempio? L’avvocato Angelo Schiano, il legale romano che ha accumulato parcelle per 27 milioni, nel 2008 ha emesso una fattura da 510mila euro per 10 ricorsi tributari, a fronte di un unorario pre-concordato da un milione di euro. «Nel testo della fattura - scrivono i verificatori - a proposito dell’onorario si fa rinvio all’art. 22 della tariffa forense. Tuttavia nella tariffa forense non è previsto alcun articolo 22 e alcun onorario preconcordato. L’unica tariffa professionale che prevede all’art. 22 onorari preconcordati è quella dei dottori commercialisti non applicabile, quindi, alla prestazione resa dall’avv. Schiano». Ma non solo. Il 3 settembre 2008 l’avvocato romano emette altre due fatture per 415mila euro a fronte di assistenza nell’appalto per lavori sui binari nel Comune di Novoli. «Nella documentazione esibita dall’avvocato Schiano - scriveva l’Agenzia delle Entrate - vi è una missiva datata 3 novembre 2008 nella quale a giustificazione del costo elenca una serie di attività svolte fino a evidenziare che la questione si è chiusa con una transazione. Ciò posto, appare quantomeno dubbia la circostanza che nell’anno 2008 l’avvocato Schiano potesse conoscere l’esito della transazione avvenuta nell’aprile 2011».
Ma non di solo Schiano vivevano le Sud-Est. Il fisco aveva infatti scoperto l’incarico da 24mila euro (2mila euro al mese) di un geometra incaricato di reperire planimetrie catastali. Ebbene, i verificatori hanno accertato che il professionista si era limitato ad effettuare in un anno 101 visure catastali, visure che su Internet sarebbero costate 2mila euro. Il geometra, peraltro, non risultava nemmeno iscritto all’ordine.
Morale della favola. Il documento dell’Agenzia delle Entrate dimostra che il sistema delle consulenze d’oro alle Sud-Est era noto almeno dal 2012. Ma bisognerà aspettare marzo 2016 perché il commissario Viero lo faccia emergere, dando il via alle inchieste. Cosa è accaduto in quei tre anni? Qualcuno dovrà dare una risposta anche a questa domanda.