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Gianrico Carofiglio è primo anche come terapeuta e cura il suo Pizzicologo

 
Gianrico Carofiglio è primo anche come terapeuta e cura il suo Pizzicologo

Ma confessa: ho il «complesso del Numero Uno»

Domenica 01 Maggio 2016, 11:37

di ALBERTO SELVAGGI

Un uomo secco, controllato, nervosuccio suona all’uscio del Pizzicologo. Salve, signor Gianrico Carofiglio, lo accoglie la rara forma degenerativa di psicologo in variante baresoide. «Sono qua per curarmi, facciamo presto, ho molti impegni».

Me, si butti sopra al divano. Che problema tenete? «Dietro il mio ruolo di scrittor… magistrat… senator… karatek… conferenzier… consulenteditorial… feudatari… astronaut… presidentFondazionPetruzzel…». Basta, esca fuori il cacchio che tiene! «Dietro la figura pubblica c’è un’anima in sofferenza». Ha troppi soldi e non sa gestirli, affidi a me per cominciare 11000 euro. «No. Ho frequentato due corsi di Gestioni e economie. Inizia a pesarmi altro, invece». Cioè? «L’essere sempre, ovunque, inesorabilmente il migliore. Anche con l’ultimo libro, Passeggeri notturni, ho surclassato Umberto Eco morto e il Papa vivo in marzo in classifica. Al Petruzzelli ho portato gli abbonamenti da 1050 a 2200. Ho il complesso del Numero Uno. Quasi una trappola tesa a me da me stesso. Vivo pertanto in tensione man mano che cresco. La sfogo in giardino in villa a Parchitello tirando pugni e calci al sacco, a torso nudo. Ma da un po’ la situazione si è aggravata». Dichi.

«Quando incontro mio fratello Francesco, scrittor… attor… sceneggiator… disegnator… architet… model…». Ouu avàst’! «Ho l’istinto di aggredirlo. E me ne libero sferragliando colpi di karatello sfiorando la sua testa». Eh sì sì, questo è un problema di fine pizzicologia: lo approfonda ella stesso medesimo, orsù.

«Ho vissuto un complesso di inferiorità nei confronti di Francesco. Lui è molto bello perfino oggi». Vero, ma anche lei non è abominevole. «Sì ma lui sfolgorava. Da ragazzi soprattutto. E io vivevo la frustrazione che viene dall’ammirare cosciente. Forse per questo da adulto ho cercato di essere il primo in tutto. Di non essere più secondo a nessuno, impegnandomi in corsi, studi, nella corazza di una determinazione strategica». Quindi il bambino che piangeva dispiaciuto si è fatto forte, il più migliore, eh?, zzz…! Rooonf… «Si svegli accidenti!».

Ok, abbiamo risolto il problema, mi sganci 700 euro. «Mah, mi pare una risoluzione prematura. L’analisi della domanda, secondo il modello di Carli…». Non accetto lezioni da un magistrat… uh, cioè, scrittor…, senator… president… O anche psicologo? «Si stenda sul divanetto, la prego. Così, giusto per far chiarezza tra le nostre rappresentazioni di ruolo in analisi». Come crede, professor Sigmund Carofiglio.

«Vede, lei ha accolto in maniera acritica la mia ipotesi, inconsciamente capziosa, su un disagio sfaccettato su aree di funzionalità, coscienza auto-riflessiva, disturbi somatoformi. E la semplificazione in formulette della psiche è già un errore, comprende?». No. «Bene. Giocheremo su un effetto decostruttivo-costruttivo fra un perdente e un vincente, fino a congiungerci sulla focalizzazione dei meta-stati, se il destino ci assiste». Va bene. «La misurata partecipazione emotiva, che in prima fase allevia le pene, le verrà sottratta fino a addossare sulla sua persona un vero percorso di indipendenza: altrimenti aggraveremmo ulteriormente il problema, sostituendo una dipendenza terapeutica alla sua precedente. E un domani si ritroverebbe, senza neppure la scusa di un evento traumatico, con il cervello in cenere». Mi fido, dottore.

«Per lo stesso motivo eviteremo affidamenti a persone vicarie terze. Dall’anamnesi avvieremo un’ipotesi di intervento che verificheremo lungo sedute concatenate, mai casuali, secondo un programma preciso». Sì, maestro. «Nel suo caso, per esempio, ci troviamo di fronte a una personalità anale che…». Dice, dottore? «Osservi ad esempio i suoi disgustosi scaccolamenti, in questo momento». … «Tale immaturità cognitiva ed emotiva, il suo insight da inesperto…». È vero. «E, come cita il Manuale di Psicologia Quantistica III a pag. 201 del cap. VI…». Accidenti, non sapevo neanche questo! «Altra sua foglia di fico, come sosterrebbero gli eretici della Pnl per i quali terrò una conferenza su Neurolinguistica in editoria, è…». Chiaro. Lo ammetto. «Senza contare che questa sua ipertrofia egotica, ridicola e vicina al delirio, svela una coscienza inconfessata di inadeguatezza al ruolo pizzicologico…». Ha ragione. Verissimo. Lei è uno psicanalista e psicoterapeuta straordinario. La odio, ma la ammiro. «Ecco, vede? Sono ancora una volta il Numero Uno. Il che prova che lei non mi ha saputo curare».

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