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Apre la fiera dell’Agricoltura
via coi sindaci, poi Emiliano

 
Apre la fiera dell’Agricoltura via coi sindaci, poi Emiliano

Apre i battenti la 67ma edizione, la Regione vuole imprimere il cambiamento

Mercoledì 27 Aprile 2016, 12:02

di Massimo Levantaci

FOGGIA - Apre i battenti stamane la fiera più agricola degli ultimi tempi, e sembra quasi un paradosso affermarlo all’alba della 67ma edizione. Ma l’antico prestigio della “campionaria internazionale” era andato via via scemando, mentre oggi basta dare un’occhiata al calendario per accorgersi della fitta griglia di appuntamenti previsti nelle cinque giornate, da oggi a domenica (ingresso libero, ore 9-21.30). Non ci sarà inaugurazione con il taglio del nastro, cerimonia ormai abbandonata da due anni; si comincia alle ore 10 con l’assemblea dei sindaci in cui si parlerà di agricoltura, sviluppo e opportunità della Capitanata. Presenti il commissario straordinario Giovanni Vitofrancesco, il sindaco Franco Landella, il presidente della Provincia Francesco Miglio, il presidente della Camera di commercio Fabio Porreca. Un po’ cerimonieri, un po’ padroni di casa i due assessori regionali foggiani, Leo Di Gioia (Agricoltura) e Raffaele Piemontese (Bilancio): senza un coinvolgimento regionale così diretto come mai era accaduto negli ultimi vent’anni, la fiera commissariata di quest’anno forse non si sarebbe neppure tenuta o avrebbe avuto una cornice ancor più sotto tono. A mezzogiorno è previsto l’arrivo del presidente della Regione, Michele Emiliano e sarà forse quello il momento centrale della giornata, soprattutto per le cose che il governatore avrà da dire sul futuro della fiera e varie ed eventuali. E’ un’opportunità eccezionale per questa campionaria la spinta della Regione che ha ideato, organizzato e gestirà il più importante salone del calendario fieristico foggiano derogando al proprio ruolo. Il “principale azionista” del quartiere di corso del Mezzogiorno (gli altri soci sono Comune di Foggia, Provincia e Camera di commercio) finora si era limitato a coprire i buchi in bilancio perché non rientra tra i suoi compiti quello di organizzare anche le rassegne. Ma il momento è delicato, questa 67ma edizione può essere la ripartenza – questo l’auspicio – di una nuova era. Via Capruzzi ha fatto le cose in grande: oltre 200 espositori, tutte le associazioni agricole coinvolte, le due principali associazioni nazionali d’imprese della meccanizzazione agricola Unacma e Unacoma presenti tra gli stand, la commissione nazionale degli assessori regionali all’Agricoltura (presieduta da Di Gioia) convocata domani pomeriggio a Foggia, evento senza precedenti. Di spessore anche i convegni, il calendario è riportato nel taglio basso di questa pagina. Citiamo a mo’ di esempio l’appuntamento sul fondo europeo per gli affari marittimi con il sottosegretario Giuseppe Castiglione (domani), il workshop sulle biomasse e le agroenergie (sempre domani), la tavola rotonda sulle filiere del grano duro (venerdì) e soprattutto il road-show sul Piano di sviluppo rurale con i tre tavoli tematici ad esso collegati (ancora venerdì) in cui si farà il punto su progetti e bandi per sviluppare l’agricoltura pugliese con 1,6 miliardi di finanziamenti. Presenze istituzionali annunciate: il vice ministro all’Agricoltura Andrea Olivero, il sottosegretario Giuseppe Castiglione, l’europarlamentare Paolo De Castro (presidente della commissione Agricoltura), forse il ministro del Lavoro, Poletti, per il 1 maggio presenza ancora ieri annunciata anche se non compare nel programma ufficiale.

E’ una fiera che vuole affermare la vocazione agricola del territorio e tenta di aprire scenari anche per l’auspicato coinvolgimento dell’imprenditoria privata. La legge regionale assegna ai privati il compito di organizzare le rassegne, agli enti locali resta la proprietà del patrimonio immobiliare. In questo schema Foggia ad oggi sarebbe chiusa, senza alleanze per il suo futuro. L’obiettivo di questa campionaria è allora quello di stimolare certi interessi, far venire l’appetito a espositori e visitatori; un po’ com’è successo alla fiera del Levante di Bari oggi in partnership con fiera Bologna. Va perciò rinverdita la tradizione, che non manca, e messo a reddito anche il patrimonio che la fiera incarna: non per nuove speculazioni edilizie (c’è il vincolo su tutte le aree interne), ma per quel che questo scacchiere di 34 ettari rappresenta, incastonato com’è nei programmi urbanistici più interessanti per lo sviluppo della città: dal parco urbano dell’ex ippodromo, al nuovo parcheggio multipiano in corso del Mezzogiorno, alla nascita del polo economico.

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