di PASQUALE D’ARCANGELO
MARTINA FRANCA - Rimane chiusa sequestrata per il pericolo di crollo la sopraelevazione del statale 172. Il Tribunale del Riesame, presieduto da Annamaria Romano, ha respinto l’istanza dell’avv. Albanese che aveva chiesto per conto dell’Anas un dissequestro tecnico per consentire la riapertura del traffico, deviato in stradine comunali ancora più strette e pericolose, dopo venti giorni dai sigilli posti dai Carabinieri del Noe per l’effetto dell’inchiesta sull’inquinamento delle fogne nere provenienti dal depuratore della Valle d’Itria. Quest’ultimo sequestrato in seguito al timore manifestato dalla perizia dell’ing. Scudella per conto della Procura che ha manifestato il pericolo smottamento. Il che ha indotto il pm Marazia a sequestrare il tratto di strada tra Martina e Locorotondo, poggiato su un muro di contenimento in pietra, trovando a sua volta legittimità dal gip, Patrizia Todisco, che aveva convalidato il sequestro.
Dovrà andare in Cassazione ora l’Anas, dopo aver messo in sicurezza il transito consentito solo ai frontisti, rifacendo il manto di asfalto e segnalando il pericolo agli automobilisti provenienti da Locorotondo per il cedimento di una banchina proprio dopo l’uscita della stazione di servizio fino all’incrocio con la stradina comunale Crocifisso.
“Stavolta sarà la Regione a costituirsi nei confronti dell’Anas - annuncia il consigliere regionale Pentassuglia - per poter entrare nel contenzioso provvedendo a mettere in sicurezza il tratto stradale considerato pericoloso in danno”. L’idea di proseguire il disagio che ormai da 20 giorni sta vivendo l’intero territorio della Valle d’Itria, fiducioso di un ripensamento da parte della Magistratura che in seguito alle analisi del Noe dell’acqua melmosa considerata velenosa per la falda acquifera, stavolta scuote le istituzioni dopo che il Consiglio comunale di Locorotondo ha sottoscritto la proposta di costituire un comitato della Valle d’Itria che coinvolga istituzioni e cittadini per i danni provocati all’economia e all’immagine del territorio, in seguito al doppio sequestro. Mirato ad indagare sulle responsabilità di Acquedotto e Anas per la tracimazione di quei fanghi melmosi, che finendo nel sottosuolo potrebbero aver già provocato l’inquinamento delle acque sotterranee.
Il sindaco Ancona, plaudendo all’istanza di Pentassuglia, ha invece pronta una delibera mirata alla riapertura del traffico con un’ordinanza considerati i pericoli della deviazione del traffico. “Abbiamo chiesto all’Asl di comunicarci i valori nei cinque pozzi della zona, dove è segnalato il sospetto che quelle acque non depurate possono essere finite - ha spiegato -. Siamo pronti a pagare quegli esami e con le prove di carico della Regione andare dal magistrato”.