BARI - Dopo la domenica di fuoco sul caso-Bisceglie, con l’attacco di Renzi per le 400 tessere on line, e la replica di Emiliano («Non parlava di Bisceglie»), eil duro attacco di Francesco Boccia a Emiliano («strumentalizza le Istituzioni, si occupi della Puglia») la polemica non tende a scemarsi. Anzi. E la partita sembra tutt’altro che chiusa.
Così i vicesegretari provinciali del Pd nella Bat (Barletta-Andria-Trani), Antonella Cusmai e Lorenzo Marchio Rossi affermano che «di concerto con il vicesegretario nazionale del Pd, Lorenzo Guerini, è stato deciso che sarà la direzione regionale del Partito democratico pugliese a ratificare l’accordo politico circa l’iscrizione al Pd Puglia del sindaco Spina e dei consiglieri comunali richiedenti».
Aggiungono che il comitato regionale per il tesseramento ha chiarito che il premier «non parlava di Bisceglie» dove tutto si è svolto regolarmente e «in sintonia con la segreteria nazionale». E precisano che «sull’ingresso del sindaco Spina e dei suoi consiglieri la commissione di garanzia provinciale non si è espressa rinviando la decisione all’organo politico congelando, ma non stralciando, le 22 tessere in questione».
Anche il sindaco di Bari, Antonio Decaro torna sulla dichiarazione di Renzi. Si riferiva a Bisceglie?
«Questo non lo so, dice, non so a chi si riferiva Renzi. Chiedetelo direttamente al presidente del Consiglio. Io so che il sindaco di Bisceglie, che ha chiesto di aderire al Pd, aveva fatto una scelta per il centrosinistra già da diverso tempo».
«Il Partito democratico - ha aggiunto Decaro - è un partito aperto, si possono iscrivere tutti. Il sindaco Spina aveva fatto la scelta del centrosinistra da diverso tempo: è stato il coordinatore delle liste del candidato presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, un anno e mezzo fa. E oggi ha fatto questa scelta di entrare nel Pd». «Non conosco - ha concluso Decaro - le modalità legate alle iscrizioni. Di certo non si possono iscrivere tante persone con una carta di credito, ma non credo sia accaduto questo all’interno del Comune di Bisceglie».
Durissimo l’intervento dell’eurodeputata Elena Gentile: il Pd nazionale deve assumersi le responsabilità che competono in questi casi. E verificare se vi sono le condizioni per adottare i provvedimenti previsti dall’articolo 17 dello Statuto nazionale, procedendo sia alla nomina di un commissario ad acta per la verifica del tesseramento e della relativa anagrafe sia al commissariamento del partito».
«Il pasticciaccio di Bisceglie - spiega in una nota - è la spia di un sommovimento tellurico che viene da lontano. A partire dal tentativo operato prima e durante la campagna elettorale, di fare delle liste nominalmente civiche ma infarcite fino al collo di trasformisti e trasformismo, il nucleo centrale e dominante del nuovo governo regionale, con connesso ridimensionamento a ruolo ancillare del Pd, della sua storia, e dei suoi valori di riferimento. Quel tentativo - conclude - non riuscito per via istituzionale, si sta tentando di far rientrare per via politica. Attraverso le tessere e il tesseramento».
Francesco Boccia ironizza su quello che definisce «l’incredibile numero di esegeti della parola del premier a Bari. Dev’essere una scuola di pensiero nuova che annovera tra gli adepti tutti quelli che hanno un comune denominatore: sono sempre in maggioranza. A Bari con Emiliano e a Roma con Renzi. E quando Emiliano contesta Renzi scompaiono dai radar. Ma sull’esegesi della parola del premier-segretario sono tutti preparati, a partire dal suo primo contestatore, il presidente segretario Emiliano. Sono i miracoli baresi».
Interviene anche Luigi Vitali (FI), che bolla come «trasformismo sfacciato» la richieste di iscrizione al Pd del sindaco di Bisceglie.
mic. coz.