BARI - La campagna straordinaria per l’abbattimento delle liste d’attesa, lanciata dalla Regione nel 2013, non è servita praticamente a nulla. A dirlo è la sezione di controllo pugliese della Corte dei Conti, che nell’esaminare i bilanci delle Asl pugliesi ha tracciato il solito spaccato disastroso fatto di pesanti violazioni, mancati tagli di spesa, budget per la farmaceutica superati e continuo ricorso alle proroghe dei contratti di appalto. I referti sui bilanci 2013 delle Asl, dei policlinici e degli Irccs si chiudono infatti con una lunga lista di rilievi, molto simili peraltro a quelli dell’anno precedente. E dunque, almeno sul fronte della gestione contabile, non è cambiato nulla.
Ecco, per esempio, cosa scrivono i giudici (presidente Agostino Chiappiniello, relatore Carmelina Addesso) a proposito del piano straordinario per l’abbattimento delle liste d’attesa nella Asl Bat, costato in un trienno circa 3,8 milioni. «Il monitoraggio mensile delle liste di attesa, relativo alle prestazioni oggetto del predetto piano, ha messo in evidenza che l’effetto di riduzione delle liste di attesa, dovuto ad un incremento del numero delle prestazioni erogate, è stato riassorbito in breve tempo dal paradosso di un ulteriore aumento della domanda». Insomma: quando i cittadini si sono accorti del maggior numero di ore di apertura degli ambulatori, hanno semplicemente chiesto più analisi e più radiografie. Nella Asl di Brindisi, dove per le prestazioni aggiuntive sono stati spesi tra 2012 e 2014 altri 2,8 milioni, è saltato fuori che i medici prescrittori continuano a non indicare i codici di priorità delle prestazioni: e dunque non è possibile distinguere tra quelle urgenti e quelle di routine. Anche a Foggia (spesi 3 milioni) «i tempi di attesa relativi ad alcune prestazioni (mammografia, ecolordoppler dei tronchi sovraortici, visita chirurgica vascolare) rimangono comunque elevati». Stesso discorso nella Asl di Taranto, che ha speso «solo» 1,4 milioni: per le prestazioni cardiologiche o di radiodiagnostica manca il personale, per le le elettromiografie «si registra un elevato indice di inappropriatezza».
Ma d’altro canto, però, non è che le Asl si preoccupino troppo di farsi pagare. Il recupero dei ticket dovuti dai falsi esenti o da chi si presenta in pronto soccorso, infatti, procede molto male. Nella Asl di Lecce, a fronte di 6,1 milioni di ticket non pagati nel triennio 2011-2013, la Asl è riuscita a recuperarne appena 225mila: il 3,68%. A Brindisi in due anni la morosità è quasi raddoppiata: 1,5 milioni nel 2013, 2,5 milioni al 30 giugno scorso, ma se ne sono ricordati solo a luglio 2014 e sugli anni 2012 e 2013 è stato recuperato soltanto qualche spicciolo. Taranto ha ben pensato di non fornire ai giudici contabili il dato richiesto, così come Foggia che ha dato solo qualche esempio («si riscontra carenza di dati in merito alla richiesta avanzata in sede istruttoria»).
La farmaceutica territoriale è il solito bubbone dappertutto. E c’è poi il problema delle proroghe di appalti scaduti, particolarmente pressante nella Asl di Bari. «Tra i contratti in proroga - scrivono i giudici contabili -, si segnala il servizio di manutenzione ordinaria programmata degli impianti elevatori, la cui scadenza originaria era marzo 2012». A Foggia c’è il caso degli addetti alla vigilanza, il cui contratto viene continuamente prorogato dal 2008 (la prossima scadenza è a fine 2016), nonostante il limite di legge sia tre anni. Tutte le Asl hanno garantito che il problema delle proroghe verrà risolto con le imminenti gare centralizzate imposte dalla Regione, ma nel frattempo nessuna è riuscita a centrare l’obiettivo della riduzione del 10% della spesa per beni e servizi.
Ultimo aspetto, le violazioni di carattere contabile che hanno portato i collegi dei revisori a esprimere quasi ovunque parere negativo ai bilanci. Qui il campionario è vasto: inventari inesistenti, ammortamenti allegri, crediti di dubbia esigibilità, costi prevedibili (Lecce) tra le partite straordinarie. Ne consegue che i risultati esposti non sono veritieri: eppure, è sulla base di questi numeri approssimativi che vengono formulati i piani di rientro. [m.scagl.]