ROMA - «Ci siamo riusciti. Abbiamo identificato alcune parti del Dna di Cristoforo Colombo». L'annuncio, non ancora ufficiale, arriva dai laboratori di Tor Vergata, a Roma. Ma i resti esaminati provengono da più lontano: un catafalco nella cattedrale di Siviglia, con la scritta Cristòbal Colòn. A rivelarlo è il «Corriere della Sera» che sottolinea come «il 20 maggio, cinquecentesimo anniversario della morte dell'uomo che scoprì l'America, grazie al Dna potrebbe essere pronunciata la parola definitiva sulle origini del navigatore, da sempre «conteso» per i suoi natali tra Liguria e Spagna. E la scienza sembrerebbe confermare, oggi, l'ipotesi più diffusa tra gli storici: Colombo era genovese».
Il forse è d'obbligo, perchè la ricerca condotta dall'Istituto di medicina legale di Granada, con l'Università di Tor Vergata e istituti in Germania e negli Usa, è già oggetto di polemiche. «L'identificazione del Dna presenta margini di dubbio anche per gli esami su resti recenti - dice il sindaco di Genova Giuseppe Pericu al 'Corrierè -. Nulla contro la scienza, ma ho fiducia nel lavoro degli storici». Tuttavia il primo cittadino non dà battaglia: «Se risultasse che Colombo non era genovese, lo faremo cittadino onorario».
Tutto parte dall'esame del Dna sui resti conservati in Spagna: del fratello di Colombo, Hernando, e del figlio Diego. Oltre a quelli, sepolti nella cattedrale di Siviglia, attribuiti allo stesso Cristoforo, senza certezza, dato che un'altra sepoltura è rivendicata da Santo Domingo. Il primo esame mira all'attribuzione dei resti in base alla corrispondenza con quelli del fratello: gli esami del Dna antico prediligono l'identificazione del Dna mitocondriale, trasmesso per via materna.
«Gli esiti saranno resi pubblici il 20 maggio - dice Cristina Martinez, dell'èquipe di Olga Rickards, nel laboratorio di Tor Vergata -. Sia noi che gli americani siamo riusciti a isolare alcuni frammenti del Dna». Per quanto si tratti di identificazioni parziali, sembra di capire che le ossa di Siviglia saranno attribuite al navigatore.
Le Università di Granada e Tor Vergata hanno poi contattato i presunti discendenti, scrive il «Corriere della Sera», inviando a chi porta il cognome Colombo in Liguria e Colòn nelle Baleari, in Catalogna e in alcune aree del sud della Spagna, un kit per autoprelievo: un cotton-fioc da strofinare in bocca e rispedire ai laboratori. I Colombo-Colòn hanno risposto. La Spagna sta esaminando un centinaio di reperti; a Tor Vergata ne sono stati restituiti 46 su 250 kit. Arrivati, a Genova, anche a bar o gelaterie che si chiamano Colombo.
La ricercatrice spiega: «Ho mandato io le lettere, usando le Pagine Bianche. E' possibile che siano arrivate ad attività commerciali, ma sul presupposto che portassero il nome del titolare, Colombo». E se l'unico discendente genovesissimo del navigatore non fosse sulle Pagine Bianche? «Qualche Colombo che non era sull'elenco ci ha contattato», ammette Martinez. Visto che l'indagine fa capo all'ateneo di Granada, forse non c'è un gran desiderio di scoprire un Colombo genovese... «Io sono spagnola e credo che Colombo sia di Genova, ma questo non ha alcuna importanza. La nostra è un'indagine scientifica seria».
Venerdì 10 Marzo 2006, 13:17
19 Aprile 2025, 18:06