MADRID - Un tribunale di Madrid ha oggi emesso la prima condanna al mondo per gli attentati dell'11 settembre 2001 a New York e Washington, imponendo al siriano Imad Eddin Barakat Yarkas, soprannominato Abu Dahdadh e considerato il capo della cellula di Al Qaida in Spagna, 27 anni di reclusione.
Al maxi processo contro 24 presunti membri della cellula di Al Qaida, il più grande mai svoltosi in Spagna e in Europa, i giudici non hanno tuttavia accolto le richieste dell'accusa che voleva per Abu Dahdah ed altri due imputati, il marocchino Driss Chebli e il siriano Ghasoub al-Abrash Galyoun oltre 74.000 anni ciascuno per responsabilità nella morte di più di 2900 persone.
Abu Dahdah - che ha continuato durante tutto il dibattimento a definire «una farsa» le accuse contro di lui negando di appartenere ad Al Qaida - è stato condannato invece a 12 anni quale capo della cellula di bin Laden e a 15 anni per il suo ruolo negli attentati dell'11 settembre 2001.
Degli altri due principali imputati, Chebli è stato condannato a 6 anni per appartenenza all'organizzazione terroristica. Galyoun, accusato di aver filmato le Torri Gemelle nel 1997, ma contro il quale non si è potuto provare che avesse consegnato il video ad Al Qaida, è stato assolto insieme ad altri cinque imputati. Gli altri sono stati condannati a pene fra i 6 e gli 11 anni. Nel complesso gli imputati sono stati condannati a 167 anni di reclusione.
Il giornalista di Al Yazira, Taysir Alouni, cittadino spagnolo di origine siriana, autore di una famosa intervista a Osama bin Laden in Afghanistan dopo l'11 settembre, è stato condannato a sette anni per appartenenza alla cellula di Al Qaida. Secondo il tribunale Alouni aveva «collaborato» con l'organizzazione di bin Laden per «ottenere esclusive e utili informazioni» su Al Qaida e il regime dei Taleban. Al Jazira ha annunciato che ricorrerà in appello contro quello che ha definito un verdetto «ingiusto» nei confronti del suo giornalista.
Il pubblico ministero aveva chiesto «una sentenza esemplare» per tutti accusando in particolare Abu Dahdah e Chebli di avere contribuito a preparare una riunione a Tarragona nel luglio 2001 fra il capo dei piloti suicidi Mohammed Atta ed altri per definire gli ultimi dettagli dell'esecuzione degli attentati dell'11 settembre. Per loro e per Galyoun aveva chiesto 25 anni per ognuna delle oltre 2900 vittime delle Torri Gemelle e 12 anni per appartenenza ad Al Qaida.
I tre giudici del tribunale madrileno, pur riconoscendo che Abu Dahddah «era al corrente dei sinistri piani» per gli attentati negli Stati Uniti e «li aveva assunti come propri», lo ha riconosciuto colpevole solo di «cospirazione» per commettere il crimine terroristico e non per la sua realizzazione.
Il capo della procura dell'Audiencia Nacional, Eduardo Fungarino si è detto «soddisfatto» della sentenza che recepisce la tesi dell'implicazione di Abu Dahdah, ma non di Chebli, negli attentati in America, anche se ha ignorato la richiesta di decine di migliaia di anni di reclusione per l'altissimo numero di vittime.
Nel fascicolo dell'indagine condotta dal giudice Baltasar Garzon che portò alla disarticolazione della cellula spagnola di Al Qaida nel novembre 2001 nella cosiddetta «Operazione Dattero», figura lo stesso Osama bin Laden che però non è stato processato in contumacia, al pari di altre persone, in quanto la legge spagnola non lo prevede.
La sentenza è stata letta in mezzo ad un grande dispositivo di sicurezza formato da oltre 200 agenti intorno al tribunale nella Casa de Campo di Madrid dove si è svolto il processo, durato due mesi e mezzo.
Lunedì 26 Settembre 2005, 00:00
15 Luglio 2025, 20:45