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Scelsi 4 ore dal Csm  secretate le accuse  al procuratore Laudati

 
Scelsi 4 ore dal Csm  secretate le accuse  al procuratore Laudati

Martedì 20 Settembre 2011, 08:47

02 Febbraio 2016, 23:48

ROMA - Prima di lasciare definitivamente l’ufficio della procura avrebbe voluto chiudere il dossier Tarantini sulle escort, ma il procuratore Antonio Laudati glielo avrebbe impedito. È di questo che ieri per oltre 4 ore l’ex pm barese Giuseppe Scelsi ha parlato nel corso dell’audizione davanti alla prima commissione del Csm che sulla base della sua denuncia aveva aperto un fascicolo. Laudati sarà ascoltato giovedì.

Scelsi è il magistrato che per primo ha indagato sul «caso D’Addario» e in una lettera-esposto, aveva denunciato il suo ex capo.

Nel corso della seduta di ieri (assente Roberto Rossi, ex pm barese che, forse per ragioni di opportunità ha preferito non assistere all’audizione del suo collega) Scelsi, non solo avrebbe confermato punto per punto il contenuto del suo esposto sulle presunte irregolarità nella gestione del fascicolo «escort», ma avrebbe illustrato le sue tesi con nuovi argomenti. Lo stesso Csm ha fatto sapere, in una nota, che «i verbali dell'audizione sono stati secretati» dopo un «lungo e approfondito esame» dei resoconti del magistrato, che si è presentato in tarda mattinata a Palazzo dei Marescialli e ha fatto sin da subito sapere di non voler rilasciare dichiarazioni alla stampa, né prima né dopo l'audizione.

Nel dettaglio, Scelsi, prima di lasciare l’ufficio inquirente barese, sostiene di avere sollecitato più volte il deposito delle informative finali da parte della Guardia di finanza cui spettava il compito di tirare le somme delle indagini sul giro di escort che Tarantini forniva al premier Silvio Berlusconi tra il 2008 e il 2009. Il 10 giugno del 2011 sarebbe stato rassicurato dalla polizia giudiziaria, ma il 17 la relazione finale non era ancora pervenuta al suo ufficio. Quello stesso giorno Scelsi invia un ulteriore sollecito. Qualche giorno dopo l’informativa, allegata all’avviso di chiusura indagini notificato a otto persone, arriva nell’ufficio del procuratore Laudati che convoca una riunione di coordinamento per il successivo 27. Riunione che, stando sempre alla ricostruzione di Scelsi, salta però per l’assenza di due magistrati.

A fine giugno il magistrato assume l’incarico di sostituto procuratore generale presso la corte d’appello di Bari. E anche su questo il pm individua delle anomalie. Il decreto di trasferimento, firmato il 2 maggio viene pubblicato, nel bollettino del 31 maggio, dove trovano posto i decreti di fine marzo e inizio aprile. Il magistrato ritiene in pratica che il Ministero abbia accelerato il suo passaggio al nuovo ufficio.

«Curioso» che sull’informativa della Finanza, inviata in prima persona al procuratore Laudati, i pm del pool che avevano indagato siano stati coinvolti solo «per coscenza», e che comunque accanto ai nomi dei pm Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia, ci fosse anche quello di Giuseppe Scelsi che però l’informativa non l’ha mai ricevuta.

Proseguono intanto gli accertamenti sull'operato di Laudati, che ha già ribadito l'assoluta correttezza del suo comportamento e che, come dicevamo, sarà ascoltato giovedì. Se ritardo c’è stato, potrebbe essere questo un argomento a suo favore, è dipeso da un lavoro più lungo rispetto al previsto. Basti ricordare che si era partiti dalla sola prostituzione per arrivare ad un presunto giro di escort offerte al premier per ottenere in cambio incarichi, consulenze e per potere concludere affari. La procura ha poi già fatto sapere che il fascicolo era composto da 100mila intercettazioni, gran parte delle quali non erano state neppure trascritte.

La Prima Commissione del Csm, presieduta da Niccolò Zanon, vaglia i casi di incompatibilità ambientale o funzionale disponendo i trasferimenti. Chieste alla procura di Lecce, infine, «tutte le notizie e informazioni consentite» sul fascicolo aperto dalla procura salentina a seguito della trasmissione di atti da parte dei pm napoletani che indagano sul presunto ricatto al premier. Proprio da quell'inchiesta sono emersi altri presunti ritardi e irregolarità, in parte indicati anche nell'esposto di Scelsi, sui cui sta ora indagando la procura di Lecce competente per i procedimenti nei confronti dei magistrati baresi.
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