Il Consiglio dei Ministri ha approvato, infatti, il decreto legislativo che istituisce e regola il Sistema Pubblico di Connettività (SPC) e la Rete Internazionale della Pubblica Amministrazione.
In concreto, si tratta di un tassello nel processo di ammodernamento tecnologico della Pubblica amministrazione italiana: è un'infrastruttura tecnologica che consente la comunicazione telematica fra tutte le amministrazioni pubbliche centrali e locali (oltre 15mila uffici), sulla base dei più elevati standard tecnologici, organizzativi e di sicurezza, che realizza così l'asse portante per l'applicazione del Codice dell'Amministrazione Digitale.
Nello specifico, il SPC è un sistema di infrastrutture tecnologiche e di regole tecniche per lo sviluppo, la condivisione, l'integrazione e la diffusione del patrimonio informativo e dei dati della pubblica amministrazione, sia centrale che locale; consente l'interconnessione tra tutti gli uffici pubblici per lo svolgimento in via informatica dei procedimenti amministrativi, che avranno così validità giuridica.
Con l'attuazione del Sistema Pubblico di Connettività si realizza un esempio di governace federale perché nella sua attuazione e conduzione c'è stata e ci sarà una partecipazione condivisa dello Stato, delle Regioni e delle Autonomie Locali.
Inoltre, questo sistema introduce nel mercato meccanismi di verifica del sistema di approvvigionamento dei servizi di connessione, favorendo così la competizione e la maggiore economicità che, stando ai dati, dovrebbe determinare una riduzione del 35% dei costi per le telecomunicazioni ma anche un risparmio di almeno il 30% dei tempi di svolgimento dei provvedimenti fra Amministrazioni.
E ancora, il SPC, costituisce, sia per l'Italia che per l'estero, un'occasione per l'indotto del settore tecnolgico-informatico perché grazie al massiccio impiego della larga banda, sotto il profilo industriale, stimolerà lo sviluppo delle reti e dei servizi.
Stefania Lisena