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Il sindaco Mongelli «Al via la scommessa per Foggia più moderna»

 
Il sindaco Mongelli «Al via la scommessa per Foggia più moderna»

Domenica 24 Aprile 2011, 10:45

02 Febbraio 2016, 23:12

di ERNESTO TARDIVO

Esce dallo stadio con l’aria un po’ triste di chi come altri credevano in un sogno play off. Gianni Mongelli scuote il capo cadendo per un attimo nella trappola del cuore ultras: «Tre gol annullati, vorrei rivederli, qualcuno era valido...». Si rimette nell’auto non senza disdegnare la chiacchierata del sindaco che vuol lanciare messaggi alla città. 
Sindaco, una Pasqua con un buco nel cuore umanamente parlando: la perdita di un amministratore come Rocco Laricchiuta lascia il segno. «Un uomo straordinario, capace di infondere idee con la sua pacatezza, la sua onestà». 
Una città che vive comunque i suoi problemi allo stato emergenziale, senza calare mai di una spanna l’allarme. «Abbiamo avuto un periodo in cui soprattutto le morti violente di giovani hanno fatto riflettere su che comunità siamo. Io sono un inguaribile ottimista, guardo il lato positivo: la gente reagisce».
E’ tutta voglia di andare oltre il presente «Certo, questa la percezione lampante: vedo comitati civici, associazioni: c’è una gran voglia di partecipazione che induce alla svolta. Io dico che non siamo quelli che ci fanno apparire». 
La violenza però l’ha fatta da padrona... «Sì, ma c’è gente che comincia a voler lanciare messaggi anche alle istituzione, c’è voglia di riappropriarsi della città nella dimensione più prossima alla convivenza civile». 

Sindaco, continua a non esserci lavoro ed è forse il dato più preoccupante quello della necrosi sociale, non crede? «Io la vedo diversamente, forse perchè mi cimento nella soluzione dei problemi». 
Lo stato di salute dei conti pubblici segna sempre febbre alta? «Sono fiducioso. Il piano delle alienazioni sta dando risultati superiori alle aspettative. I lotti di aree sono stati sono stati venduti: abbiamo incassato qualcosa come tredici milioni e la cosa importante è che si tratta anche di terreni per attività produttive: capisce cosa significa? ». 

Restano le spine nel fianco delle municipalizzate: Amica, Amgas, Ataf... «Quella sarà la grande partita anche perchè coincide con la qualità della vita. Ma ce la faremo nonstante i tagli di altri 6 milioni di euro. Ma per Amgas è già stata fatta l’operazione di ristrutturazione con la cessione dell’80 per cento di Amgas blu. Ataf, la sfida s’interseca con il piano sosta contestato in questi giorni». 

Come la vede la storia dei parcheggi? «Io guardo alla modernizzazione della città: regolamentazione del trafico nelle aree cengtrali, servizi, maggiore utilizzo dei bus: Logico che per fare tutto questo ci vogliono scelte importanti» 
Cioè? «Che se per la sosta tariffata dovremo pagare un euro a vantaggio di un centro più libero e di una riqualificazione urbana complessiva dalla stazione ai rioni settecenteschi che si faccia». La modernizzazione tra le parole del futuro; la scelta come leit motiv... «Non può essere diversamente. Prendiamo la vicenda Amica che è nodale per questa città, anche per l’immagine e le sofferenze vissute: lì o si butta il cuore oltre l’ostacolo o saranno guai. A proposito: a breve partirà la raccolta porta a porta su un’area di 40mila abitanti. I servizi Amica dovrano essere necessariamente razionalizzati . Serve un unico soggetto giuridico che colga integralmente il ciclo dei rifiuti. Il rischio è la perdita del controllo e la città mon può permetterselo». 

La gente guarda alla città e pensa all’incidenza del mattone sulle scelte: che ne pensa, lei è anche imprenditore «Che se non ci fosse tanta emotività si capirebbe che è il mercato a dire se c’è una ediliizia abbondante. Noi abbiamo il problema dell’edilizia abitativa. E poi tutto è in sintonia col documento programmatico. Dobbamo proiettarci verso la modernità: mattone, ma anche attività commerciali e produttive, mobilità evoluta. Guardi, la gente non lo sa ma sapesse quanto interesse c’è da parte di soggetti economici . In questo momento abbiamo necessità di dare risposte alle aspettative per commercio e piccole aziende. Non è un buon segnale, contrariamente a quelo che si pensa?» 

Lei sta dicendo di chiudere gli occhi adesso e riaprirli tra un quinquennio o di spostare le lancette a quel tempo, no? «Io dico no agli incendiari e ce ne sono tanti che parlano senza sapere». 
A proposito: c’è la viceda Gema, l’appalto per la riscossione dei Tributi: il Comune non ne ha fatto una bella figura dopo la sentenza del Tar «Io parto dal presupposto che eragiusto portare il sistema delle entrate sotto un unico soggetto di controllo per una questione non solo di modernità ma anche economica. Abbiamo fatto la scelta della gara unica importante che ha attirato soggetti non solo del territorio. Adeso il percorso è in fase di valutazione: io ritengo che anche su questo si stia facendo dietrologia. Qualcuno ha intravisto una logica punitiva nei confronti di alcuni o di favori nei confronti di altri.Noi abbiamo solo il problema di riorganizzare il sistema e avere chiaro il progetto favorre che viaggia dalla capacità di snellire a quella di generare nuove entrare, ridurre l’evasione. Si è detto anche che il Comune non vorrebbe incassare la Tarsu? Non siamo folli: il tutto in questo momento è semplicemente connesso a meccanismi tecnici di bilancio» 
Si è scelta la strada di drenare dall’edilizia «Contesto: alla fine il numero dei vani sul mercato saranno perfettamente coerenti alla prospettiva del documento programmatico. E siamo ancora al 35 per cento del progetto. La gente non capisce cosa significhi confrontarsi con l’emergenza abitativa. In questo momento avessi mille alloggi da destinare sarei un sindaco felice. Mi sono vergognato per la vicenda dei containers del Campo degli ulivi, glielo confesso. Ma sa cosa ci ha detto la Barbanente, l’assessore regionale all’ultimo convegno? Che i programmi di ritorno edilizi per il Comune di Foggia stanno dando un ritorno del 20 per cento, altrove sono al 10. Il problema è piuttosto un altro: che chi attualmente a preso l’impeno a dare un corrispettivo deve mantenerla quella parola, altrochè...». 

Troppi incendiari sindaco? «Sì, ma buona Pasqua anche a loro, ma soprattutto alla città».
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