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Stage fatale per un 17enne di origini pugliesi: la famiglia chiede giustizia

 
Monica Arcadio

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Monica Arcadio

Stage fatale per un 17enne di origini pugliesi: la famiglia chiede giustizia

Il giovane originario di Molfetta morì in un incidente. «Inchiesta monca»

Domenica 02 Aprile 2023, 09:10

BARI - Giuseppe Lenoci avrebbe compiuto 18 anni il 21 aprile prossimo. 18 anni. Una vita – insieme a speranze, sogni, ambizioni – spazzata via in pochissimi istanti. Giuseppe, che viveva con la sua famiglia a Monte Urano, nelle Marche, ha perso la vita il 14 febbraio 2022, quando ancora non aveva compiuto 17 anni. Morto in un incidente stradale, in provincia di Ancona, durante uno stage scuola-lavoro. Giuseppe, iscritto al terzo anno di un istituto professionale, stava svolgendo il suo tirocinio nella ditta Thermoservice Gas. A distanza di un anno sono state chiuse le indagini. Unico indagato è il conducente del mezzo a bordo del quale il giovane viaggiava, di ritorno da un intervento di riparazione di una caldaia. Quella mattina il furgone sbandò per evitare un’auto proveniente dalla corsia opposta e finì fuori strada. Così racconta il guidatore.

Giuseppe, seduto sul lato passeggero, morì sul colpo.

«Non può esserci un solo indagato», è l’urlo di dolore di mamma Francesca e papà Sabino, di origini pugliesi, secondo i quali ci sono altre responsabilità, altri aspetti da chiarire.

«Giuseppe avrebbe dovuto essere affiancato da un tutor. Un tutor aziendale e/o scolastico. Invece è stato mandato insieme al dipendente della ditta, in quel furgone, solo e a diversi chilometri di distanza dalla sede della stessa», dichiara con forza la zia Angela.

Una famiglia delusa e amareggiata che non si aspettava una conclusione del genere nell’inchiesta, che vuole verità tanto da non arrendersi. No. Sono necessarie altre indagini, per i genitori che, all’indomani della chiusura delle indagini, hanno deciso di opporsi. Il loro legale, avvocato Felice Petruzzella del foro di Trani, ha scritto al procuratore capo di Ancona, chiedendo un’attività investigativa specifica per stabilire se fosse legittima quella richiesta da parte del titolare dell’azienda. Se Giuseppe poteva effettivamente accompagnare il tecnico in quell’intervento, in assenza di un tutor, e ancora di più se poteva allontanarsi dalla sede o piuttosto rimanerci per poter svolgere il suo tirocinio. I dubbi della famiglia sono proprio su quella convenzione stipulata tra l’istituto scolastico e l’azienda. È possibile che quest’ultima abbia assunto una decisione non conforme ai limiti di quell’accordo? Chi deve rispondere di quell’incidente stradale, oltre al conducente del furgone? Chi è responsabile della morte di Giuseppe?

Giuseppe, ragazzo umile, dolce, senza grilli per la testa. Giuseppe, figlio di operai, che conosceva bene il sacrificio tanto da impegnarsi nello studio per arrivare velocemente a diplomarsi e poi a trovare un lavoro.

«Il suo desiderio era quello di aiutare mamma e papà e di non pesare su di loro», racconta in lacrime zia Angela. «Gli avevo promesso – dice ancora – che al compimento della maggiore età gli avrei regalato la patente. Era suo desiderio conseguirla proprio per essere indipendente e non gravare neppure per questo su mamma e papà. Oggi, che non c’è più, posso promettergli solo che non ci arrenderemo, che lotteremo per conoscere tutta la verità e per fare giustizia».

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