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Condannati psichiatrici, la Puglia è in ritardo

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Condannati psichiatrici,  la Puglia è in ritardo

Mancano le residenze previste dalla legge: Regione dal prefetto

Giovedì 10 Novembre 2022, 13:23

BARI - Ogni giorno in Puglia ci sono non meno di 30 persone, condannati o in attesa di giudizio con gravi problemi psichici, che attendono di poter uscire dal carcere e andare in una Rems, le residenze sanitarie per l’esecuzione della pena che dovrebbero sostituire i manicomi criminali. Anzi: che li avrebbero già dovuti sostituire dal 2014. Ma nonostante il termine ultimo posto dalla legge (giugno 2016) sia trascorso, e nonostante i soldi già disponibili, la Puglia non ha ancora risolto il problema.

È per questo che la Regione è stata convocata, la prossima settimana, in prefettura a Bari. Delle tre Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza che dovevano essere realizzate entro giugno 2016 e affidate alla gestione dal servizio sanitario pubblico, in realtà ne è stata realizzata una sola, quella di Spinazzola. Un’altra, inizialmente prevista a San Pietro Vernotico, è stata «provvisoriamente» attivata a Carovigno. La terza dovrebbe sorgere nell’ex carcere di Accadia, ma ormai è una barzelletta (ne viene annunciata l’apertura più o meno ogni sei mesi): per evitare di cadere nel ridicolo, la Regione ha nei fatti commissariato la Asl di Foggia pubblicando una procedura urgente per cercare un immobile adatto ad ospitare la struttura.

Dei 60 posti previsti sulla carta, dunque, nei sono disponibili solo 40. Tutti occupati. A Spinazzola (20 posti, al momento tutti occupati) il servizio va avanti tra grandi difficoltà anche perché non si trovano gli psichiatri disponibili ad essere assunti a tempo indeterminato. A Carovigno (altri 18 posti) la struttura «provvisoria» è gestita da un privato, in contrasto o comunque non in linea con quanto previsto dalla nuova disciplina (deve trattarsi di strutture pubbliche): il progetto prevedeva inizialmente di ristrutturare il Pta di San Pietro Vernotico, ma non è mai stato portato a termine sia per le resistenze locali, sia perché all’epoca gran parte dell’ufficio tecnico della Asl di Brindisi era a sua volta ospite delle carceri. Anche a Spinazzola, peraltro, dovrebbe essere predisposta una nuova sede di proprietà pubblica, abbandonando il vecchio ospedale cittadino giudicato inidoneo perché privo di spazi esterni: ma siamo fermi all’incarico per la progettazione dell’intervento.

La struttura di Accadia è invece ancora all’anno zero. Dovrebbe sorgere nell’ex carcere, costruito negli anni ‘80 e mai aperto. È stato predisposto uno studio di fattibilità secondo cui l’immobile andrebbe demolito e ricostruito. I tempi non sono brevi, e il governo sul punto ha più volte diffidato la Regione che potrebbe anche essere commissariata. È per questo che nel frattempo (i lavori, che costeranno 6 milioni, richiederanno almeno due anni) il dipartimento Salute ha deciso di cercare un’altra soluzione già pronta, utilizzando una procedura d’urgenza. E sperando che basti.

La gestione dei detenuti psichiatrici è un problema particolarmente delicato. Parliamo di persone quasi sempre socialmente pericolose, che restano nelle carceri comuni o peggio ancora vengono rimesse in libertà. Gli Opg (gli eredi dei manicomi giudiziali) sono stati chiusi nel 2012, eliminando luoghi a volte disumani ma aprendo un fronte non meno complicato. Oggi infatti chi in Puglia aspetta un posto nelle Rems deve rassegnarsi a tempi molto lunghi oppure a volte accettare una collocazione fuori regione.

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