Sarà che, come sostengono molti economisti e Bankitalia, bisogna evitare la rincorsa prezzi-salari per non aggravare la situazione, ma i rincari pesano sempre di più sulle tasche degli italiani e non da oggi, con la fiammata dell’inflazione, ma da tre anni a questa parte. E se il Nord del Paese non ride, con i portafogli che si svuotano di più in termini assoluti, chi vive nel Mezzogiorno piange lacrime amare perché in percentuale il caro-vita incide ancora di più rispetto alle aree più ricche.
In Puglia, tra giugno 2019 e giugno 2022, il reddito disponibile per abitante è calato di 1455,9 euro; in Basilicata di 1.295,1.
I dati sono contenuti nell’analisi del Centro studi Tagliacarne sull’impatto dell’indice Istat dei prezzi al consumo sul reddito degli italiani nell’ultimo triennio.
Gli italiani, calcola l’istituto al servizio delle Camere di commercio, hanno perso 1.756 euro a testa in tre anni, il -9,1%. Tra giugno 2019 e giugno 2022, il reddito pro-capite è diminuito in valore assoluto soprattutto nel Nord Est: -2.104 euro. Ma in termini relativi l’inflazione ha colpito principalmente il Sud, con il -10%.
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