TARANTO - «Rivedere il decreto flussi per aumentare la presenza di lavoratori stagionali stranieri in Italia a sostegno delle imprese del settore turistico». Lo afferma, in un’intervista concessa alla Gazzetta a margine di una conferenza stampa tenuta a Taranto in vista delle Amministrative del 12 giugno, il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia.
Ministro, perché ritiene necessaria questa misura?
«Sono una persona concreta e, come tale, cerco soluzioni. E una di queste, può essere rappresentata proprio da un aumento di lavoratori stagionali stranieri per agevolare l’incontro tra domanda e offerta».
Sentire un’affermazione del genere da un esponente della Lega fa un certo effetto. Teme ora di finire al centro delle polemiche?
«Non so e non mi interessa. Purtroppo, non si fa molta strada se c’è ancora una parte dell’opinione pubblica che dipinge i leghisti come degli uomini primitivi che, con la clava, scendono dalla montagna. A me, ripeto, interessa risolvere il problema e trovare gli strumenti per farlo. Sono un tipo concreto, le polemiche le lascio a chi non ha nulla da fare».
Il problema a cui lei si riferisce è quello della mancanza di personale nel settore turistico?
«Assolutamente sì. L’annosa questione della mancanza di personale, adesso è veramente esplosa. Anzi, la situazione è drammatica».
Lavoratori stagionali stranieri a parte, cosa propone?
«Mi sento spesso con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, per trovare delle soluzioni a brevissimo, ma anche a medio termine. Sicuramente qualcosa va fatta visto che non possiamo avere complessivamente quasi il 10 per cento di disoccupazione, ma solo nel turismo mancano 300mila - 350mila addetti. Ho già fatto una proposta, che è quella di consentire di mantenere il Reddito di cittadinanza al 50 per cento, quindi non perdendolo, ma solo se si accetta un lavoro stagionale. Di fatto, sarebbe un incremento di stipendio e questo, secondo me, aiuterebbe a trovare in poco tempo diverse migliaia di figure».
Ministro come seguirà lei, e la Lega, il percorso che porterà all’emanazione dei decreti attuativi per gli operatori degli stabilimenti balneari, nell’ambito della legga delega Concorrenza?
«Questi aspetti parlamentari sono, di fatto, già tracciati e stabiliti dalla legge e dalle procedure. E, sicuramente, entro la fine dell’anno verranno definiti. Per il resto, sul provvedimento approvato, considerata l’impossibilità di procedere con altre proroghe (dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato), anche in questo caso, la Lega ha scelto la strada della concretezza e della soluzione dei problemi. E siamo riusciti ad evitare che le multiutility pubbliche potessero avere un ruolo dominante, ma anche a tutelare il più possibile gli attuali concessionari dei lidi che sono, per la maggior parte, a conduzione familiare. Di certo, se non fossimo intervenuti, già nel corso di questa stagione estiva, ci saremmo ritrovati con i pignoramenti e i sequestri nei confronti dei nostri stabilimenti balneari con un grave danno oltre che per gli operatori anche per l’immagine dell’Italia nel mondo».
Ministro, un’ultima domanda. Cosa sta facendo per far aumentare i numeri del settore turistico italiano?
«Stiamo promuovendo, prima di tutto, il brand Italia nel mondo e abbiamo già fatto delle campagne a livello mondiale come a Eurovision e i risultati ci sono. In un anno, abbiamo recuperato due punti nella classifica di competitività del settore turismo del World Economic Forum e siamo rientrati nella top ten (nei primi dieci Paesi classificati, ndr)»
Quali sono gli altri risultati?
«Abbiamo un tasso di rendimento delle strutture ricettive sia nel mese di aprile che anche per giugno e luglio superiore di quasi dieci punti percentuali rispetto alla Spagna che è il nostro concorrente più agguerrito. Quindi le cose stanno andando decisamente bene. Per quel che riguarda, la Puglia, come tutto il Meridione, ha enormi spazi ancora di crescita. Intanto, mi lasci dire un’ultima cosa».
Quale?
«Vorrei ringraziare gli operatori turistici visto che stanno responsabilmente contenendo i prezzi, nonostante l'incremento forte del costo dell’energia che incide pesantemente su questo settore».