In Puglia e Basilicata
Trasporti
20 Maggio 2022
Massimiliano Scagliarini
«In Italia si è fatta la scelta di non ammodernare le cosiddette linee ordinarie, o di farlo solo marginalmente, per accantonarle progressivamente in favore della rete autonoma dell’alta velocità. Questo disegno è stato pressoché completato al centro-nord, mentre il Sud è ancora fermo. La Napoli-Bari sarebbe il primo ramo a integrarsi in questo nuovo sistema». Giuseppe Cantisani, 53 anni, professore associato di Strade, Ferrovie e Aeroporti alla «Sapienza», è uno dei massimi esperti italiani di infrastrutture viarie e gallerie: interviene come esperto nel Consiglio superiore dei lavori pubblici e - da meridionale di Latronico - partecipa con passione al dibattito pubblico sulle grandi opere. E proprio partendo dal tema della galleria dell’Irpinia, i 28 km che sono il cuore della alta capacità Napoli-Bari e che attendono l’apertura dei cantieri, esprime una valutazione sulla possibilità di concludere davvero i lavori nei termini annunciati da Fs. «È probabile - dice - che il 2027 diventi realisticamente il 2030, non abbiamo elementi certi ma è molto verosimile. Esprimo la mia opinione: per un’opera così complessa e importante va bene anche attendere il 2030, ma che non si vada oltre. Il punto è arrivare, perché dopo potrebbero sorgere anche altri problemi pesanti e potenzialmente critici».
Un profano si chiede come sia possibile terminare in 5 anni un’opera che da progetto richiede 8 anni di lavori. C’è una spiegazione tecnica?
«Il discorso delle tempistiche è un problema rilevante. Non è ammissibile comprimere eccessivamente certi ritmi di lavorazione, soprattutto per le gallerie dove serve un passo di avanzamento calibrato rispetto alle caratteristiche geotecniche. Se la previsione iniziale era 8 anni, due sono le cose: o era molto prudenziale e rivedendo il progetto è stato possibile affinare il modello geologico-tecnico, oppure semplicemente non si considera questo vincolo e si trascura la contraddizione che ne deriva. Molte indicazioni deporrebbero per questa seconda ipotesi. Non sarebbe la prima volta che l’annuncio pubblico dice una cosa e la sostanza tecnica ne dice un’altra».
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