BARI - Quando si ha in mente di compiere reati è buona norma fare attenzione a tutto. Soprattutto al cellulare. Perché è stato un trojan, inoculato nel Samsung Galaxy A5 del vicesindaco Salvatore Colella, a dare ai finanzieri la conferma che cercavano: il bando da 900mila euro per il rifacimento di largo Gelso e lungomare Domenico Modugno, luogo simbolo di Polignano, era stato truccato attraverso la costruzione «sartoriale» dell’offerta presentata da Hibro Hibroj, l’imprenditore albanese ritenuto «sostenitore politico» del sindaco pd Domenico Vitto, presidente regionale dell’Anci, finito ai domiciliari giovedì insieme al numero due della giunta e a tre tecnici comunali. L’accusa ritiene che almeno nove appalti siano stati truccati per favorire aziende locali in cambio di voti e sostegno politico.
Il 2 febbraio 2021, due giorni prima del termine per la presentazione delle offerte, Hibroj invita Colella (che aveva la delega ai Lavori pubblici) a incontrarsi per parlare «dell’asfalto». Il trojan registrerà tutta la conversazione. «All'aperto... all'aperto - dice il costruttore -… Era la scusa dell'asfalto!». Colella ride, e si arriva al sodo: «Diecimila euro di migliorie almeno! Tanto gli devo dire», spiega l’albanese facendo capire come intende vincere: «E’ normale, se sta fatto un buon progetto, non ci vuole niente a me… Quanti sono venti? Diciotto! Quanti sono, dieci? Otto! E arrivi a 60». Sessanta punti, quelli che servono a vincere un appalto che prevede appunto l’aggiudicazione all’offerta economicamente più vantaggiosa, quindi valutando non solo il ribasso ma anche il merito tecnico e le migliorie.
All’appalto partecipano quattro concorrenti. Il pomeriggio del 4 febbraio, giorno della scadenza del termine, il trojan cattura pure l’interesse del sindaco Vitto per i destini dell’imprenditore. «Adesso ti ritiri?», gli chiede Colella incrociandolo per strada. «A Bari me ne sto andando - risponde Vitto -. Eh, ho un appuntamento con Emiliano. Ma sta quello?». Quello è ovviamente Hibroj, che effettivamente nella lista dei concorrenti non compare: l’offerta è presentata per lui dal consorzio Athanor. «E dovrebbe stare il nome suo pure, non c’è», dice il sindaco mostrando di essersi già informato. «Perché - gli spiega Colella - m’ha detto che glielo doveva dare al consorzio». «Sì, me l’ha detto - ribatte Vitto - però disse “sta il nome mio”… Non c’è da nessuna parte». A quel punto Colella corre da Hibroj, allarmato: «Il nome tuo non c’è, non c’è da nessuna parte…».
Preoccupazioni inutili. Perché, come verificheranno poi i finanzieri guidati dal maggiore Arcangelo Gennari, finisce come era previsto. Il risultato arriva il 4 marzo: il consorzio Athanor vince con 8 punti di distacco, anche grazie - dice l’accusa - alla «collaborazione» del funzionario comunale Nicola Cicala (anche lui ai domiciliari insieme ai colleghi Pasquale Teofilo e Raffaele Lassandro), ritenuto «asservito» al volere di Colella. «E’ tutto a posto - dice Cicala al vicesindaco -. Il progetto, il progetto merita, merita, merita…». Tanto che la sera stessa, rientrando a casa, Colella ne parla soddisfatto con la moglie. «Abbiamo fatto quella del Gelso», le dice. «E’ uscita… Il risultato, tutto a posto?». «Abbiamo fatto…», risponde il marito. E lei: «Hibro».
L’ordinanza del gip Angelo Salerno ha interdetto Hibroj (difeso dall’avvocato Antonio La Scala) e altri quattro imprenditori dal contrarre con la pubblica amministrazione: per lui, Colella e Cicala il pm aveva chiesto il carcere. Le ipotesi della Procura riguardano 24 persone a cui vengono contestati - a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità - 24 episodi di peculato, falso ideologico, corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e turbativa d’asta, quest’ultima contestata in particolare a Vitto, Colella, Cicala e Hibroj (gli interrogatori di garanzia dovrebbero cominciare martedì). I lavori per largo Gelso non sono ancora finiti e, a quanto sembra, una perizia di variante porterà ad un sensibile aumento del costo finale.
Ieri intanto il prefetto di Bari ha commissariato il Comune di Polignano, disponendo la sospensione di Vitto (difeso dall’avvocato Michele Laforgia) e Colella, e affidando al viceprefetto Maria Stefania Fornaro i compiti di giunta e Consiglio: dovrà traghettare l’amministrazione verso le elezioni del 12 giugno, che si svolgeranno regolarmente per quanto in un contesto di polemiche e sospetti. Ieri mattina, nonostante la bufera, i consiglieri comunali rimasti a piede libero hanno riunito la commissione Bilancio per approvare il rendiconto. Subito dopo il presidente del Consiglio comunale, Francesco De Donato (probabile candidato sindaco del Pd), ha anche convocato l’assise cittadina per il 28, inviando la convocazione anche al sindaco. Così, come se niente fosse accaduto.