LECCE - È arrivato poco prima di mezzanotte a Strudà, frazione di Vernole (Lecce) , il pullman con a bordo 44 profughi ucraini giunti nel Salento grazie ad una iniziativa di solidarietà promossa da un gruppo di cittadini di Poggiardo. I profughi sono donne e bambini di età compresa da 1 a 14 anni . Ad accoglierli il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, funzionari della Prefettura e i vertici della Asl di Lecce.
All'arrivo i volontari delle associazioni locali hanno distribuito viveri, dolci e giocattoli. I profughi sono stati sottoposti a tampone nella struttura dell'ex Opis messa a disposizione dalla Provincia. Solo in due sono risultati positivi al Covid. Tutti al momento stanno in regime di autosorveglianza sanitaria come previsto dalla normativa. Parte dei profughi è rimasta nella struttura di Strudà, parte è stata trasferita a Masseria Ghermi, il centro a Lecce gestito dalla Croce Rossa. Tra cinque giorni ripeteranno il tampone e se l'esito sarà negativo saranno trasferiti in alcuni dei Cas della provincia.
LE PAROLE DELLA CAPONE - Ci sono cose nella vita che non si dimenticano. Io non dimenticherò gli occhi di questa piccolina.
È arrivata stanotte, a Strudà, in provincia di Lecce, insieme alla sua mamma e ad altre 43 persone. È arrivata su un pullman a due piani dopo ore e ore di viaggio. Avevano con loro poche cose, qualche borsa, lei stringeva tra le mani il plaid che l'aveva riscaldata per tutto il giorno. Quanta tenerezza, quanto dolore». Così la presidente del Consiglio regionale pugliese, Loredana Capone, su facebook racconta l’accoglienza a 43 profughi ucraini in Salento. «Non ringrazierò mai abbastanza - aggiunge - l’Asl di Lecce, Sanità Service, la Prefettura, la Provincia di Lecce, l’associazione Alta Vernole e tutti i volontari che, in poco più di 24 ore, hanno rimesso a nuovo gli spazi dell’ex Opis di Strudà per renderli caldi e accoglienti. Non ringrazierò mai abbastanza i ragazzi di Poggiardo che hanno mandato un pullman per prenderli e portarli qui. Non ringrazierò mai abbastanza gli operatori sanitari presenti, tanti, ancora una volta, ancora in prima linea. Visto da lì, ieri sera, in quelle ore di trepidante attesa prima del grande arrivo, il mondo era un posto più bello».