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Puglia, cambia la campagna si punta sui medici di base

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

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A settembre meno vaccini negli hub. Ordinati 1,6 milioni di anti-influenzali

Giovedì 01 Luglio 2021, 12:31

Bari  - Alla ripresa dopo l’estate il paradigma della campagna vaccinale pugliese potrebbe cambiare: meno utilizzo degli hub, maggior coinvolgimento dei medici di medicina generale. Un risultato che potrebbe essere raggiunto anche grazie a una differente gestione logistica delle fiale, che mutuerà quella già sperimentata in occasione della campagna anti-influenzale. È questa la strategia che la Regione ha illustrato ieri pomeriggio nel corso di una lunga riunione con i medici di base, per definire in linea di massima ciò che accadrà dopo settembre.

In attesa di capire l’andamento delle forniture di vaccini e quello delle seconde dosi da effettuare a luglio, così da poter far ripartire le prenotazioni anche per gli «under 50» (bloccate lunedì sera a fronte delle 453mila dosi Pfizer in meno), il dipartimento Salute guidato da Vito Montanaro si prepara all’eventualità (sempre più probabile) di dover somministrare una terza dose di richiamo, oltre a dover mettere in atto strategie per raggiungere chi finora non si è ancora vaccinato (almeno 600mila persone dai 40 in su). E lo fa puntando, appunto, su un maggior coinvolgimento dei medici di base.

I numeri dicono che a fronte delle 3.540.140 di dosi somministrate fino a ieri, i medici di famiglia ne hanno gestite esattamente il 20% pari a 705mila (226mila a Bari, 139mila a Foggia, 113mila a Taranto, 94mila a Lecce, 68mila nella Bat e 64mila a Brindisi). Poche, secondo la Fimmg (il sindacato maggiormente rappresentativo) che da tempo chiede la disponibilità di un numero di vaccini superiore. I dati in possesso delle Asl mostrano che la somministrazione attraverso i medici di famiglia è, alla fine, più economica di quella attraverso gli hub, perché nei secondi - oltre alle spese fisse - bisogna affrontare il costo delle ore di straordinario del personale. Il problema è di tipo logistico, perché il vaccino Pfizer (quello su cui si basa ormai la campagna vaccinale) deve essere conservato a temperature raggiungibili soltanto dai frigoriferi della Asl: non è insomma possibile una distribuzione capillare negli studi.

Il dipartimento Salute ha annunciato ieri che la Puglia ha già effettuato l’ordine dei vaccini anti-influenzali per il prossimo anno: ne sono stati richiesti 1.600.000, suddivisi tra i diversi fornitori, dopo il «bidone» che quest’anno la Regione ha avuto da Sanofi (750 mila dei 2 milioni di dosi ordinate non sono state consegnate). L’anti-influenzale viene distribuito attraverso la catena logistica di Federfarma Servizi, dunque attraverso le farmacie. Ed è la stessa modalità che la Regione vorrebbe utilizzare da settembre per i vaccini anti-covid: rispetto alla logistica messa in piedi dalla Protezione civile (che si basa su farmacie ospedaliere e hub), questa modalità avrebbe infatti il vantaggio di garantire una maggiore capillarità sul territorio, evitando anche le code in fase di ritiro.

Per tutto il mese di luglio la priorità saranno le seconde dosi, anche per via della bassa disponibilità del vaccino Pfizer. Da settembre però bisognerà occuparsi anche di chi non ha prenotato, per i motivi più vari. Ed anche in questo potrebbe tornare utile l’impegno dei medici di base, che potrebbero essere chiamati a contattare attivamente i propri assistiti per proporre la vaccinazione a chi non la ha ancora fatta.

Ieri in Puglia sono stati registrati 35 nuovi casi su 7.213 test. Per la seconda volta nel mese di giugno non ci sono stati decessi. Intanto il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha promesso aiuti rapidi alle categorie: «lntendiamo confermare il nostro impegno per consentire alle imprese piegate dall’emergenza sanitaria di rialzarsi e a tante nuove realtà di nascere e crescere».

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