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«In Puglia un’estate da tutto esaurito»

 
Marisa Ingrosso

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Marisa Ingrosso

Puglia, da oggi lidi classificati come gli hotel: avranno le «stelle marine»

Caizzi (Federalberghi): ma le città «soffrono» e a maggio e giugno siamo vuoti

Mercoledì 19 Maggio 2021, 14:37

In Puglia si prepara un’estate da tutto esaurito. Lo dicono gli albergatori e lo confermano le agenzie viaggio e i tour operator: per i mesi di luglio e agosto, la regione è una «calamita» per i turisti. «Il problema però - sottolinea Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia - è che con soli due mesi di lavoro non si riescono a fare investimenti in infrastrutture e formazione, con due mesi si sopravvive». Per Caizzi, la regione sconta un ritardo di programmazione nei confronti di accaniti competitori: «Il resto d’Italia, dal Veneto all’Emilia e Toscana, avevano presentato il 20 aprile i piani di ripartenza turistica corredati da manuali operativi. Le altre regioni hanno iniziato l’attività di promozione ad aprile, noi partiremo a giugno. Ma a maggio e giugno che facciamo? Maggio e giugno siamo vuoti. E allora, dato che luglio e agosto sarà pieno, senza attività di comunicazione istituzionale, allora non serve questa attività. Qui non ci si rende conto che una cosa è chi ha un villaggio che lo chiudi tutto l’anno e lo apri per l’estate, diversa è la situazione di chi ha un albergo aperto dal primo gennaio al 31 dicembre, con spese tutto l’anno e due soli mesi di lavoro».

Il presidente di Federalberghi Puglia conferma «pienone al mare, mentre le città soffrono» e lamenta nel settore difficoltà nel reperire lavoratori. «Se la gente deve lavorare in azienda per 40-50 giorni, alla fine di quel periodo non ha diritto alla disoccupazione, cioè se fai 4 mesi di lavoro maturi il diritto a due mesi di disoccupazione - dice Caizzi - E allora il personale se ne è andato in Grecia, alle Baleari, alle Canarie. Stanno lì da Pasqua. Sono risorse umane che noi avevamo formato».
Caizzi si rende perfettamente conto che, oggi come oggi, per attrarrebbe turisti un albergo il messaggio giusto sarebbe «qui tutto il personale è vaccinato», però teme che non si riuscirà facilmente a immunizzare il personale del comparto. «Noi non siamo una fabbrica con mille dipendenti - afferma - in media abbiamo 5-10 dipendenti che, ovviamente, non possono essere vaccinati contemporaneamente per evitare che si possano assentare tutti assieme, in caso di qualche lieve sintomo» e auspica che «il medico del lavoro possa raggiungere direttamente le strutture interessate».

C’è da dire che, consapevoli delle difficoltà del settore, la Regione si è dotata di vari strumenti, tra cui uno (Custodiamo il Turismo 2.0) che prevedeva finanziamenti diretti a fondo perduto. Pochi giorni fa, la Giunta ha varato un nuovo pacchetto (sei delibere) che, come ha spiegato Massimo Bray, assessore alla Cultura e Turismo, mirano «alla ripartenza del settore culturale e turistico della Puglia» attraverso il sostegno alle filiere regionali (nuove misure “Custodiamo il Turismo in Puglia 2.0” e “Custodiamo la Cultura in Puglia 2.0”, per 32 milioni complessivi; ndr), lo snellimento delle pratiche burocratiche e la programmazione integrata di azioni per la valorizzazione e promozione del territorio. Fermo restando che il primo obiettivo resta la «sicurezza sanitaria» e, dunque - ha sottolineato Bray - l’«assoluta necessità di vaccinare in modo prioritario gli operatori e i lavoratori del turismo, una volta messi in sicurezza i soggetti fragili e gli over 60».

Plaude alle misure di sostegno al settore messe in campo finora dalla Regione, Piero Innocenti, presidente Fiavet Puglia. Il rappresentante della Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo conferma il «boom di prenotazioni per la regione» ma a La Gazzetta del Mezzogiorno chiarisce che, se non ripartono i viaggi dalla Puglia verso le altre destinazioni estere, il suo comparto continuerà ad avere gravissime difficoltà. Precisa, infatti, che «le Agenzie Viaggi Pugliesi, anche se sviluppano un buon lavoro di “incoming” (il traffico di viaggiatori in entrata; ndr) per la nostra Regione, hanno necessità di poter vendere i viaggi all’estero perché gli alberghi pugliesi, salvo operazioni commerciali o di particolare spessore, difficilmente ci riconoscono una provvigione sulle vendite delle prenotazioni singole, come succede in quasi tutta l’Italia, e quando la riconoscono è molto bassa. I viaggi all’estero, invece, normalmente prevedono nel costo finale per il cliente, già una commissione compensatrice, in parte, del nostro lavoro di intermediari e di consulenti».

Mentre agenzie e tour operator hanno una visione prospettica sull’andamento dei viaggi, in Aeroporti di Puglia hanno il polso della situazione attuale e oggi - dicono - c’è una preponderanza, come tratte servite, di quelle nazionali, con una forte presenza, in termini di collegamenti e frequenze, soprattutto da Milano, Torino, Veneto. C’è poco, invece, sul fronte internazionale. Per Adp è però «un quadro destinato a mutare, tra giugno e luglio - sottolineano - avremo una ripresa dei collegamenti internazionali molto interessante».

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