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Pozzovivo, l'orgoglio del vecchio Sud: «Sogno di vincere nel tappone di Cortina»

Pozzovivo, l'orgoglio del vecchio Sud: «Sogno di vincere nel tappone di Cortina»

 
Antonino Palumbo

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Antonino Palumbo

Pozzovivo, l'orgoglio del vecchio Sud: «Sogno di vincere nel tappone di Cortina»

«Dopo la grande paura nel 2019, essere qui è una grande vittoria. Fra un anno smetto»

Venerdì 14 Maggio 2021, 11:55

12:04

Il campione purtroppo si è ritirato dopo la caduta nella sesta tappa. Riportiamo comunque l'intervista in edicola sul giornale di oggi

«Alla mia età, arrivare nei primi dieci non sarebbe una soddisfazione da poco». Così Domenico Pozzovivo, 38enne ciclista del Team Qhubeka Assos, all’immediata vigilia di una sesta tappa del Giro d’Italia che, tra pioggia, vento e ventagli, lo ha relegato lontano dalle prime posizioni. Dopo l’arrivo ad Ascoli Picerno (San Giacomo), la Corsa Rosa potrebbe però aprire nuove prospettive al Dottore, lontano dai giochi per la classifica generale. Vincere una tappa sarebbe un bel premio alla carriera. E che sente la nostalgia delle tappe nel meridione, in un’edizione che ha nella partenza da Foggia, domani, il punto più a Sud.

Da bambino sognava di correre il Giro, ora è all’edizione personale numero 15: qual è il ricordo più bello?
«La vittoria a Lago Laceno nel 2012, che fu tra virgolette una vittoria dichiarata. Avevo riposto grandi attese in quella tappa e riuscire a fare quello che avevo in mente, davanti a tanta gente che mi aspettava, è stato gratificante».


E il rimpianto più grande?
«Non essere salito sul podio nell’edizione 2018, in cui ero in gran ottime condizioni e ho pagato l’unica giornata negativa: l’avrei meritato».

A quanti giri ha intenzione di arrivare?
«Penso di poter arrivare a sedici: il 2022 sarà l’ultimo anno di carriera».

Sette mesi fa il Giro passò da casa sua, quest’anno tra Puglia e Basilicata ci sarà solo una partenza di tappa. Come ci si sente a essere l’unico rappresentante apulo-lucano in un’edizione con pochissimo sud?
«Un’edizione senza è il sud è un’edizione un po’ monca. Mi piace molto attraversare i nostri splendidi paesaggi, le nostre strade: durante quelle tappe faccio anche da Cicerone. Per me è un orgoglio mostrare le nostre bellezze. Quest’anno non avrà questa possibilità e per me sarà una perdita a livello emotivo. Per il resto, cercherò di rappresentare il sud nel migliore dei modi».

Qual è la tappa che sogna di vincere e quale quella più adatta a Pozzovivo, oggi?
«Sogno di vincere quella di Cortina, con le salite mitiche del Giro. L’arrivo più adatto a me è quello a Sega di Ala».

Due anni fa ha temuto per la sua carriera, dopo l’incidente in Calabria. Di momenti critici ne ha vissuti diversi: che cos’è che l’ha resa così forte, da non mollare mai?
«La mia carriera è stata costellata di momenti critici, ognuno dei quali è stato una prova di forza. Nel 2019 oltre che per la mia carriera ho temuto per la vita, ma mi sono focalizzato sulla possibilità di non arrendermi e tornare competitivo come atleta. Nessun medico mi avrebbe appoggiato in questa sfida, sono orgoglioso di quello che ho fatto: essere tornato a questi livelli è già una vittoria».


La Puglia con Monaco può vantare un ciclista professionista dopo 10 anni, la Basilicata vede nell’under 23 Verre il possibile erede di Pozzovivo: che prospettive hanno questi ragazzi?
«Conosco personalmente Monaco: siamo stati assieme in una selezione della Nazionale al Trofeo Matteotti. È un passista-scalatore che si può difendere su terreni misti e può essere perfetto per cercare la vittoria con una fuga in un grande giro. Non conosco personalmente Verre, ma sto seguendo il suo percorso: è uno scalatore, ma arrivando dal cross ha anche attitudine agli sforzi brevi e una certa esplosività. Non vorrei caricarli di pressione eccessiva, ma potrebbero anche far meglio di me. Io ho posto un’asticella, spero che qualcuno possa superarla ben presto».

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