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SuperLega, Matarrese: un fatto vergognoso

 
Fabrizio Nitti

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Fabrizio Nitti

SuperLega, Matarrese: un fatto vergognoso

«Un'aggressione vera e propria. E mi spiace ci siano in mezzo anche tre club italiani»

Martedì 20 Aprile 2021, 11:33

«Vergognoso. Ma non andranno da nessuna parte». Antonio Matarrese appiccica la didascalia giusta alla foto attuale del calcio. Italiano e europeo. Ognuno è libero di pensarla come crede, ma il dirigente barese classe 1940, nativo di Andria, era, è e resterà comunque un uomo che ha navigato il «mar del pallone», e quello politico, a tutte le latitudini. Ricoprendo cariche e incarichi di grande prestigio. Presidente del Bari, della Lega di A e B, della Figc, vice presidente di Fifa e Uefa, nel 2018 è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio italiano. Un uomo, insomma, che conosce alla perfezione il labirinto calcistico. «Quello che sta accadendo è incredibile - commenta -. Vergognoso. Non scherziamo con questa storia. Un'aggressione vera e propria che cade in un momento in cui il mondo e il calcio internazionale soffrono a causa della pandemia. Ma quest'azione, scusate il paragone, può scatenare una pandemia calcistica, può far precipitare tutto il sistema del pallone. Viene minata la cultura del calcio, non è dignitoso approfittare della malattia». Non è la prima volta che il pianeta calcio subisce un attacco del genere. È già successo in passato, come rivela lo stesso Antonio Matarrese: «Ero presidente della Figc, all'epoca. E ci fu un gruppo, italiano, che si stava muovendo sulla linea di quanto sta succedendo oggi. Ebbi uno scontro con il mio pari-grado tedesco, che accusava gli italiani di muovere le fila. Ma alla fine parammo il colpo. L'iniziativa fu bloccata, minacciammo una reazione violenta. Con l'appoggio di Fifa e Uefa e con l'attivismo di Villar, presidente della federazione spagnola. Mi amareggia molto il fatto che ci siamo di mezzo tre club italiani che da sempre sono stati una garanzia per il nostro calcio. Credo che i rapporti umani vadano rispettati, sempre». Analisi ad ampio spettro e timori generali: «Non hanno capito che così danneggiano in prima battuta i tifosi. Perché giocheranno sempre fra di loro, il divertimento cesserà e nessuno li guarderà più. È così bello, invece, guardare la “piccola” che se la gioca anima e sangue contro la “grande”. È la forza del calcio. Non credo che la comunità europea darà il via libera, anzi. Deve assolutamente muoversi e garantire equilibrio». Il funerale del calcio, insomma, sembra davvero dietro l'angolo. I contraccolpi ricadrebbero inevitabilmente sulle Nazionali e sui settori giovanili: «Vorrà dire che terranno sulla coscienza il calcio. Qui non c'è da discutere della Nazionale... Crollerebbe tutto il sistema, un disastro totale. Mi auguro che sia solo un tentativo mal riuscito. Da questa storia nessuno ne verrebbe fuori vincitore, tutti perderebbero. Invece di fare un discorso per migliorare, provano questo contropiede. Vabbè, chiudiamo anche il calcio e buonanotte, allora. Torno alla mia esperienza: Berlusconi all'epoca credeva a un campionato europeo di alto livello. Si convinse che non sarebbe stata la cosa giusta».

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