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Parola di Sisto: «Nel nuovo decreto lo scudo penale ai medici»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Francesco Paolo Sisto

Francesco Paolo Sisto

Udienze: «Possibili drastiche limitazioni»

Martedì 30 Marzo 2021, 15:28

BARI- Sottosegretario Francesco Paolo Sisto, a che punto è il dibattito sull’introduzione di uno scudo penale per chi somministra i vaccini nell’ambito della campagna intensiva promossa dal governo?
«L’esecutivo Draghi è al lavoro, in modo convinto, per offrire a tutti coloro che vaccinano una protezione dalle responsabilità connesse a tale adempimento. E’ evidente che l’atto lecito di vaccinare, spesso assai generoso, come tutte le condotte che puntano a combattere il covid, non può comportare responsabilità di sorta per le caratteristiche del farmaco che viene inoculato».

Quale lo strumento legislativo più adeguato?
«Siamo impegnati per inserire sul tema un articolo, con questa clausola di salvaguardia, nel prossimo “decreto Covid”. Parliamo di uno strumento che, oltre a proteggere, auspicabilmente, da ogni tipo di responsabilità, avrà l’effetto di incrementare le potenzialità di immunizzazione della popolazione, evitando ogni remora da parte di chi fosse incaricato di somministrare le fiale stesse. E questo è il risultato più importante che un norma del genere tende a realizzare».

Da dove arrivano le sollecitazioni per uno scudo penale?
«Dalla classe medica e in particolare dalla Federazione nazionale dei medici guidata da Filippo Anelli. La richiesta di attenzione non si limita alla sola attività vaccinale, ma comprende anche quelle di prevenzione e cura del covid. Su queste diverse prestazioni è in corso un approfondimento teso a limitare la responsabilità di tutti gli operatori sanitari interessati alla sola colpa grave, “evidente”, temperata da situazioni come la disponibilità dei mezzi in rapporto al numero dei pazienti, la specializzazione del personale e la volontarietà della prestazione. In questo secondo quadrante vi sarà ovviamente la possibilità per coloro che fossero danneggiati, di ottenere, in caso di riconosciuta responsabilità del singolo, un indennizzo-risarcimento della struttura sanitaria che ospita il paziente».

Rovente è il tema della sicurezza nei palazzi di Giustizia.
«Vi è un rapporto di stretta connessione tra l’edilizia giudiziaria e la sicurezza anti-contagio. Non posso che apprezzare gli sforzi dei magistrati di Bari che, nonostante le difficili condizioni in cui operano, cercano di garantire, per quanto possibile, il servizio Giustizia. Sono convinto che il diritto alla salute debba sempre prevalere, anche rispetto alla necessità di celerità nei processi. E’ necessario che si pensi a “dare una mano” ai capi degli uffici perché, con regole uguali per tutti, si possa affrontare la pandemia nel migliore dei modi, anche, ove necessario, ricorrendo a provvedimenti drastici».

A cosa si riferisce?
«E’ ipotizzabile il ricorso a provvedimenti di forte limitazione delle udienze, come già avvenuto nei mesi scorsi e avviene ancora in questi giorni».

Avvocati e magistrati chiedono vaccini…
«Il piano vaccinale è tracciato e definitivo, diviso per fasce d’età. Ciò non toglie però che al di là delle vaccinazioni, il settore Giustizia meriti particolare attenzione e, vista la gravità della situazione, immediato soccorso».

Esame di Stato per gli aspiranti avvocati, che novità ci sono?
«Mi sto occupando del provvedimento personalmente in commissione Giustizia al Senato. Con innegabile efficienza, la ministra Cartabia ha dato una svolta rendendo effettivo quanto mi ero permesso di auspicare oltre un anno fa: una prova orale rinforzata al posto delle tre prove scritte, che costituisce accesso - ove superata - alla “seconda” tradizionale prova orale».

Su cosa verterà?
«La prima prova è un classico esempio di “problem solving”: viene presentato al candidato un quesito pratico che in trenta minuti può approfondire; poi ha altri trenta minuti per esporre la sua tesi alla commissione, che dovrà valutare non tanto la statica soluzione finale quanto la capacità di orientamento e di rapidità nell’intuire il focus del problema e, conseguentemente, scegliere il miglior percorso logico-giuridico».

Che effetti virtuosi potrebbe avere sulla tempistica dell’esame?
«Consentirà di mantenere gli stessi tempi della prova tradizionale degli anni scorsi, e chissà, magari con un atto scritto professionale - come un ricorso per sequestro, o una denuncia-querela - potrebbe costituire un interessante nuovo corso per un esame di abilitazione maggiormente orientato ai caratteri peculiari della avvocatura».

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