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Nasce la nuova rete emilianista che guarda «oltre la Puglia»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Nasce la nuova rete emilianista che guarda «oltre la Puglia»

Via al coordinamento civiche-partiti: «Conte? Un discorso chiuso»

Martedì 16 Marzo 2021, 15:16

BARI - Un esperimento civico-politico dalla Puglia a tutto il meridione: nasce il coordinamento dei movimenti e dei partiti emilianisti pugliesi, pur con qualche resistenza. L’obiettivo è calibrato sulla Puglia, ma l’esperienza potrebbe essere esportata fuori dalla Regione per allargare il perimetro dell’alleanza progressista verso le politiche, oltre i confini di Pd, M5S e Leu. Il progetto, presentato dal consigliere del governatore Michele Emiliano, Giovanni Procacci, è stato al centro di una riunione nei giorni scorsi e sarà ri-aggiornata nei prossimi giorni.

Spiega Procacci: «Si è convenuto sulla necessità di costituire un coordinamento regionale. Emilianista? Ci sono civiche e partiti legati all’esperienza regionale del governatore. Da chi sarà guidata questa esperienza? Non è questo il problema. Ora vogliamo tenere unito questo mondo, che ha seguito e consensi nel mondo pugliese, in una prospettiva di centrosinistra, in vista dei prossimi appuntamenti, al fine di proporre insieme strategie». Il disegno sembra molto simile al partito di Giuseppe Conte, senza l’ex premier. Procacci però non ci sta, e taglia corto: «Quello del professore di Volturara Appula è un discorso chiuso».

La riunione con le varie sigle ha registrato una sere di sfumature: all’inizio si era ipotizzata una federazione di liste, poi si è raggiunta una intesa sul meno impegnativo impianto fondato su un coordinamento (le regole del percorso sono in fase di scrittura). Analizza Michele Abbaticchio, vicesegretario nazionale di Italia in Comune: «La federazione che proponeva Procacci non ci convince. Noi siamo un partito nazionale, e a Roma abbiamo un momento d'impasse. Stiamo programmando anche il prossimo congresso regionale, con le nuove mozioni politiche. E’ il momento meno adatto per questi passaggi». «Durante la riunione si è parlato di un coordinamento delle liste emilianiste, per passare dalla Puglia ad un progetto nazionale. Ma la dimensione per ora su cui si lavora è regionale», aggiunge. «Abbiamo un governo con destra e sinistra insieme che obbliga ad un ripensamento. Molti non vogliono avere rapporti con la Lega, e noi seguiamo la strada della coerenza antipopulista. La sintesi è complessa», conclude Abbaticchio che ha in Rosario Cusmai, consigliere referente degli enti locali, l’espressione del partito nel governo emilianista.

Prova a sintetizzare Alfonso Pisicchio, ex assessore regionale e leader di Senso Civico: «No alla federazione, sì ad un coordinamento regionale di tutte le forze civiche. Poi vedremo come evolverà. Ci sarà un tavolo permanente, che abbia come filo rosso la discussione su temi non divisivi, legati al territorio e alla Regione. Questo è il primo passo. Sto lavorando su un regolamento che consenta a tutti di partecipare in maniera efficace».
Entusiasta del nuovo coordinamento si è detto Gianni Stea, responsabile di Puglia popolare e assessore regionale. «Abbiamo discusso in maniera costruttiva per creare una piattaforma comune tra civismo e movimenti, con un coordinamento. L’obiettivo è consolidare un’area in vista delle elezioni politiche, che possa rinforzare il centrosinistra. I progressisti, con il Pd, Leu e 5S, hanno bisogno di moderativi e civici per poter competere con il centrodestra. Quello che non ha creato Conte, speriamo lo riunisca qualcun’altro: è necessario un leader nazionale per tenere unite queste anime civiche che stanno nel centrosinistra, ma sono distanti dal Pd».

«Noi socialisti la pensiamo in maniera diversa: se si ristabilisce il tavolo delle forze del centrosinistra, con un livello più paritetico rispetto al consiglio regionale e si fa un discorso sulla realizzazione del programma, ci staremo. Su alcuni temi convergeremo, su altri manterremo la nostra specificità»: questo il momento di Claudio Cesaroni, segretario regionale del Psi. «Poi dovremmo discuterne con la nostra direzione nazionale. Non siamo una lista». I dubbi sono tanti: «Procacci guardava ad un modello simile al Conte Ter. Con lo stop al premier Conte, vuole riunire tutti intorno a un tavolo, con un obiettivo rivolto alle prossime politiche. Per quanto mi riguarda, voglio lavorare sui temi. Vogliamo discutere un processo, e poi approvare passaggio per passaggio tutte le tappe successive», conclude. All’incontro hanno partecipato anche i Verdi, rappresentati dal co-portavoce pugliese Mimmo Lomelo.

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