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L'effetto nuovo leader frena l’emorragia pentastellata

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

L'effetto nuovo leader frena l’emorragia pentastellata

Menga: «Io, l’unica assente cacciata. Solidale con Lezzi, spero di rientrare». Ma resta il «mai con Draghi»

Martedì 02 Marzo 2021, 13:04

BARI - L’effetto leadership di Giuseppe Conte fa già sentire i suoi effetti nel M5S, da Roma ai territori, compresa la Puglia. L’appeal dell’ex premier, unito all’ipotesi prefigurata da fonti interne al movimento di un superamento delle espulsioni, potrebbe avere l’effetto di ricomporre il puzzle pentastellato riaggregando parlamentari esclusi dai gruppi con provvedimento del capo politico Vito Crimi. Sullo sfondo, però, si va consolidando l’alternativa ecologista che vedrà alla Camera la nascita del sottogruppo del Misto con l’ex ministro grillino Lorenzo Fioramonti e la parlamentare ex Leu Rossella Muroni (eletta con il proporzionale in Puglia), intorno al simbolo Verdi-Europa Verde, percorso al quale ha già aderito a Bruxelles l’eurodeputata tarantina Rosa D’Amato, eletta con i grillini.

Il dissenso degli ex M5S è monitorato dalle forze progressiste contrarie al governo Draghi: Sinistra italiana ha già aperto le potere alle ex dissidenti Elena Fattori e Paola Nugnes. La stessa attenzione al dibattito interno grillino in corso è praticata dai vendoliani pugliesi, che perseguono un progetto di consolidamento di un’area articolata progressista, ecologista e fortemente critica del governo Draghi. Di fatto un possibile approdo per chi vorrà terminare la legislatura all’opposizione dell’attuale esecutivo.

Finora sono state numerose le fuoriuscite dal Movimento di eletti pugliesi e lucani: tra gli altri, Lello Ciampolillo è nel misto, Saverio De Bonis e Antonio Tasso con il Maie, Paolo Lattanzio e Michele Nitti si sono accasati nel Pd, Davide Galantino in Fdi, Veronica Giannone con Fi. A queste potrebbero aggiungersi nuovi casi se verrà cristallizzata l’espulsione dei parlamentari che non hanno votato la fiducia a Draghi o erano assenti al voto.
Molti sono nel Limbo, in attesa degli eventi. Il senatore Vincenzo Garruti, eletto a Bari, era assente al voto sul governo e la sua posizione è al vaglio dei probiviri. Sempre assente al voto, ma espulsa dal gruppo alla Camera, risulta Rosa Menga, eletta foggiana (ha ricevuto il cartellino rosso da Crimi insieme a Barbara Lezzi e Cataldo Mininno).

La parlamentare dauna spiega così il quadro nell’area grigia degli esclusi nelle Camere (ma non dal Movimento): «Sono l’unica assente al voto espulsa, a causa del mio intervento in dissenso. Allo stato non ho avuto ancora una lettera nella quale mi comunicano l’avvio del procedemmo del collegio dei probiviri». «Non mi interessa andare altrove - chiarisce specificando che no darà spazio a lusinghe da parte di altri partiti -. Sono fedele alla nostra base elettorale che nel 2018 non si aspettava di vederci nel governo Draghi, al fianco di Forza Italia. Non ho aderito alla componente del misto creata dagli altri espulsi a Montecitorio». Ora guarda con favore ad una nuova leadership contiana tra i 5S: «Il progetto a cui posso guardare è quello di Giuseppe Conte, per “la restaurazione del M5S”, in linea con un reale rinnovamento interno, dopo una gestione fallimentare. Bisogna prendere atto degli errori strategici del capo politico Vito Crimi, che è andato oltre il limite previsto dallo Statuto. Bisogna rivedere tutto, compresa la decisione di sostenere il governo Draghi». La Menga ha consultato dei giuristi per valutare contromosse alla sua estromissione dal gruppo parlamentare: «Non voglio trascinare il M5S in tribunale. Sono amareggiata e delusa ma spero che questo sia il momento giusto per ricostruire. Adesso non ci devono essere traditori, non mi piace questa parola usata da qualcuno per Alessandro Di Battista», aggiunge. E sulla Puglia chiarisce. «Il laboratorio pugliese Pd-M5s non lo condivido. Il problema è il metodo. Sono contraria perché se alleanza doveva essere, doveva essere fatta prima del voto. Aver avuto un solo assessorato non ci consente di incidere come vorremmo», puntualizza. L’ultima battuta è un auspicio: «Mi sento con Barbara Lezzi, tra noi c'è solidarietà. Spero che si materializzi l’ipotesi del nostro reintegro, con la firma di una pax augustea. Un eventuale lodo Conte potrebbe riunire il Movimento», conclude la Menga.

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