Dopo sei anni e per sopraggiunti limiti di età, ha annunciato il suo congedo dalla direzione dell’Ufficio scolastico regionale per la Puglia con una accorata lettera di saluto, destinata a istituzioni, studenti e compagni di viaggio. E ora Anna Cammalleri, impegnata nell’insegnamento per 40 anni e su diverse sedi tra Genova, Taranto e Bari, riceve l’affettuosa risposta della comunità scolastica pugliese con una missiva altrettanto vibrante.
«Il suo messaggio apparso pochi giorni fa tra le comunicazioni che siamo soliti consultare - si legge nella lettera - ha fermato il solito vortice di attività. E, di capoverso in capoverso, abbiamo ripercorso il frenetico ed entusiasmante galoppo della scuola pugliese negli ultimi sei anni». Tante le iniziative attivate e i traguardi raggiunti in questo lustro abbondante. «Si potrebbero scrivere pagine e pagine e tante ne sono state scritte - si rileva nella lettera - sui progetti e gli interventi formativi per l’innovazione tecnologica, l’inclusione scolastica, il contrasto alla dispersione, l’educazione alla salute e alla prevenzione, la legalità, il diritto, l’Europa, la pace e tanto altro ancora».
Due però meritano una menzione speciale. L’inaugurazione dell’anno scolastico, il 18 settembre del 2017, nella Taranto ferita a morte dai veleni dell’Ilva, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E poi la sfida delle opportunità con il «mitico “Diritti a Scuola”, progetto premiato in Europa. Oltre i meandri burocratici - si legge - tanti bambini e ragazzi aiutati a superare difficoltà di apprendimento, situazioni di disagio e, forse, salvati dalla dispersione». Scorrono poi i ringraziamenti per i problemi risolti, per la capacità d’ascolto, per i mesi difficili (ancora in corso) segnati dalla pandemia e dalle distanze. Nonché la promessa di andare avanti nel solco tracciato. E tutto si chiude con un grazie ad Anna Cammalleri «vulcano di attività, di iniziative, di sensibilità».
D’altra parte, quasi a completamento di un cerchio, tutto era iniziato proprio con il grazie della Cammalleri ai suoi «compagni di viaggio», ai colleghi e collaboratori, e naturalmente agli studenti, soprattutto in un momento travagliato come quello attuale. «Questi mesi di emergenza - aveva scritto - rimarranno per me l’esperienza più forte, a tratti sofferta, ma che, come improbabile contrappasso, mi ha dato la dimensione più ampia del senso di comunità di cui la scuola si connota e che costituisce il portato di umanità che la rende non solo protagonista di azioni ma soprattutto portatrice di valori».
[l. petr. ]