Senatrice Carmela Minuto (Forza Italia), l’Italia è col fiato sospeso per la crisi di governo. Che idea si è fatta delle tensioni nella maggioranza giallorossa in un momento delicato come quello attuale?
«Nei momenti difficili le tensioni andrebbero sempre evitate, specie quando sul tavolo ci sono i tanti miliardi del Recovery Fund. Auspicherei una maggiore condivisione del Governo affinché sia coinvolto il parlamento in tutte le sue componenti: le Camere devono tornare al centro della politica. Siamo all’alba di un’occasione irripetibile. Anche noi, come opposizione, abbiamo proposto diverse idee, finora rimaste inascoltate e ritengo che per il bene del Paese sarebbe il caso di considerare tutti gli apporti progettuali».
In caso di strappo renziano qual è lo scenario preferibile? Il ritorno al voto?
«Il voto, senza dubbio alcuno. Anche se non credo che ci si arriverà: troppe le incognite nel contesto attuale della pandemia, troppa la paura di perdere da parte della maggioranza. Si formerà un nuovo governo, ma per prevedere i tempi e la composizione dello stesso credo non basti nemmeno la sfera di cristallo».
Sareste disponibili a lavorare in un esecutivo di «unità nazionale» al fianco delle forze di centrosinistra?
«A un governo che sia davvero di unità nazionale, ovvero che superi le appartenenze e nel quale tutti, con pari dignità, possano offrire il proprio contributo, io sarei favorevole»
Forza Italia cresce nei sondaggi toccando nuovamente la doppia cifra (è oltre il 10%). Quali le ragioni di questa ripresa?
«La concretezza e la costante responsabilità dinanzi ai bisogni del Paese, che le forze moderate hanno sempre espresso, evidentemente, non lasciano indifferenti gli elettori. Restare fedeli alla propria identità politica, muovendosi nella traccia delle proprie radici e verso obiettivi chiari alla lunga paga».
Capitolo Recovery Fund. Vi convince la nuova bozza presentata dal Governo?
«Pare che la nuova bozza sia di oltre 270 pagine. Vanno esaminati tutti i singoli punti e se ci daranno l’opportunità in senato, vanno discussi e se è il caso migliorati. Noi siamo pronti a fare la nostra parte ma resta forte il tema di chi gestirà il piano»
Cosa di più e meglio si potrebbe fare, secondo voi, per il Paese e soprattutto per il Mezzogiorno?
«Tutto il Paese oggi soffre. Il Sud, in particolare, è allo stremo anche per gli atavici ritardi. Il primo requisito di ogni intervento deve essere la rapidità. Detto ciò, occorre una visione strategica che finora è mancata: basta con la polverizzazione dei piccoli bonus distribuiti a pioggia alla ricerca di consenso».
E dunque?
«Le imprese del Sud sono resilienti, ma hanno urgente bisogno di liquidità e di poter accedere al credito con più facilità. L’invio delle cartelle esattoriali va immediatamente sospeso. Allo stesso tempo sarebbe opportuno investire in infrastrutture e magari andrebbe prevista una tassazione agevolata per i territori più svantaggiati. Per usare una metafora: meglio fornire le canne da pesca complete di esche che il pesce surgelato una tantum».