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Coronavirus: il 15% dei medici in Puglia chiede esonero da test rapidi

 
Redazione online

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Covid, test rapidi negli studi medici di base: kit non ancora distribuiti dalle Asl

Chiedono di essere esonerati dall’effettuare i test rapidi nei propri studi o in strutture messe a disposizione dalle aziende sanitarie dichiarando di essere in «condizioni fisiche» tali da essere considerati soggetti fragili e quindi «a rischio»

Sabato 02 Gennaio 2021, 13:08

14:07

In Puglia il 15% dei medici di medicina generale ha chiesto alle Asl di essere esonerati dall’effettuare i test rapidi nei propri studi o in strutture messe a disposizione dalle aziende sanitarie dichiarando di essere in «condizioni fisiche» tali da essere considerati «soggetti fragili» e quindi «a rischio». E’ quanto comunicato dal direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, alle Asl e ai sindacati dei medici in una circolare trasmessa il 31 dicembre scorso. Quella dell’esonero è una possibilità offerta dall’accordo nazionale per quei medici che soffrono di patologie neoplastiche, che sono in stato di gravidanza o che comunque sono in possesso di esenzione per patologia». Un altro 30% dei medici di base pugliesi, invece, non ha ancora comunicato alle Asl la scelta di dove svolgere i test rapidi, se nel proprio studio o in strutture delle aziende sanitarie stesse.

Il dipartimento Salute della Regione Puglia ha chiesto alle Asl di valutare la sospensione da tutte le attività domiciliari dei medici di medicina generale che hanno chiesto l’esonero dall’effettuare i test rapidi Covid perché portatori di patologie croniche che li esporrebbero a maggiori rischi. Mentre per i pediatri che, per gli stessi motivi, hanno chiesto l’esonero, il dipartimento ha chiesto alle Asl l’immediata sospensione dal servizio pubblico di consulenza ambulatoriale (Scap), nei fine settimana e nei festivi.
E’ quanto disposto con una circolare firmata dal direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, e inviata lo scorso 31 dicembre ai direttori delle Asl e per conoscenza alle organizzazioni sindacali. In Puglia il 15% dei medici di medicina generale ha chiesto l’esonero «pur continuando a svolgere la loro attività a domicilio e anche nelle Rsa, dove il rischio di contrarre l’infezione Covid è notevolmente più alto».
«Pertanto - si legge ancora - con decorrenza immediata e per le stesse motivazioni, al fine di tutelare e garantire la salute dei medici di medicina generale che hanno richiesto l’esonero, oltre che a tutelare le Asl quali datori di lavoro da eventuali contestazioni e rivalse, si dispone che le aziende valutino nei confronti degli stessi la sospensione delle attività domiciliari in quanto soggetti fragili».

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