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«Puglia, quelle tute sono sicure»: la Regione denuncia i medici

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

«Puglia, quelle tute sono sicure»: la Regione denuncia i medici

Presentato esposto in Procura contro un sindacato: sta creando allarmi ingiustificati

Domenica 20 Dicembre 2020, 13:08

BARI - Le tute anti-covid distribuite al personale sanitario pugliese sono perfettamente a norma, e le denunce lanciate - anche in tv - da un sindacato medico hanno creato «grave allarme sociale».

Per questo la Regione è passata al contrattacco, utilizzando le stesse armi: un esposto alla Procura di Bari che segnala quanto avvenuto in Puglia la scorsa settimana, mettendolo in relazione con un episodio simile capitato tra marzo e aprile scorsi. Lasciando intendere che dietro certe gravi segnalazioni, poi rivelatesi infondate, possano esserci altri motivi.

L’esposto, firmato dal capo della Protezione civile pugliese, Mario Lerario, ricostruisce la recente vicenda delle tute «Prophylactic». In un servizio andato in onda l’8 dicembre durante una trasmissione serale di Rete4, parlando dei dispositivi forniti ai medici del 118 il segretario della Anaao di Taranto, Giancarlo Donnola, ha parlato di «difetto di taroccamento» mostrando (e strappando via) la doppia etichetta apposta sulle tute: quella che riporta la certificazione per il rischio biologico (adatta per il covid) sovrapposta a quella per il rischio chimico. Il video ha fatto presto il giro dei social, e la mattina dopo la Regione ha dato ordine - a scopo cautelativo - di non utilizzare più le tute. Martedì, a seguito di una verifica fatta con il fornitore (una ditta di Trani) e confermata dai tecnici della Protezione civile, è emerso quanto già si sapeva: cioè che le tute erano state ri-certificate, apponendo le cuciture di sicurezza (sono le strisce blu che si vedono in tutte le immagini di questi giorni) e dunque anche l’etichetta corrispondente.

Il problema, dal punto di vista della Regione, non è tanto che la segnalazione avrebbe potuto essere fatta tramite i canali istituzionali (evitando così di lanciare allarmi), quanto che non era la prima volta. Tra marzo e aprile gli stessi medici del 118 della Asl di Taranto avevano presentato «analogo esposto, peraltro richiamato nella stessa trasmissione televisiva», nei confronti di un altro modello di tuta, la «Iwode», la stessa che poi la stessa Protezione civile ha distribuito in mezza Italia: «Dette tute, di provenienza cinese, vennero validate in deroga da Inail ed il relativo utilizzo venne disposto da parte dell’Unità di crisi in relazione alla mancanza assoluta di altro materiale sul territorio regionale e nazionale».

Ma anche quella volta l’esposto e le denunce pubbliche hanno creato enorme allarme, grazie alla diffusione attraverso i social: se si instilla il dubbio che le tute distribuite al personale non siano sicure, è insomma la tesi della Regione, si crea un enorme danno perché si rischia di danneggiare l’assistenza ai cittadini.

Nell’esposto di Lerario vengono infatti richiamati tutta una serie di post fatti sui social, oltre che un articolo pubblicato giorni fa da un quotidiano in cui un medico anonimo «formula esplicita minaccia nei confronti della Regione Puglia, mirata ad intraprendere una class action, continuando a sostenere che dette “tute non sono adeguate alle esigenze con tutti i rischi che ciò comporta”».

Dichiarazioni gravi, secondo la Protezione civile, fatte «da quanti in modo sconsiderato trascurano i rischi connessi con l’emergenza in corso e, per mera ricerca di visibilità personale, si prodigano nel “creare scandali” pur sapendo della mancanza dei minimi presupposti, diffondendo artatamente notizie false, incuranti degli effetti che questo possa avere sull’impianto di contrasto alla pandemia e sulla reale sicurezza dei lavoratori». Ma la Regione lascia trapelare il sospetto che dietro queste denunce possa esserci altro: le tute Prophylactic costano 8,50 euro l’una, mentre «sul territorio regionale si aggirano numerosi “rivenditori” di dispositivi di protezione individuale che acquistano da Paesi esteri e rivendono a prezzi ben più alti di quell’8,50 euro che costa alla Struttura regionale di Protezione Civile».

La denuncia presentata dall’Anaoo a Taranto è stata trasmessa a Bari, dove il fascicolo è nelle mani del procuratore facente funzioni Roberto Rossi. Nell’esposto della Protezione civile ci sono le copie dei certificati di omologazione delle tute e il referto di verifica firmato dai propri tecnici.

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