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Covid, la Puglia sarà «gialla» ma i morti aumentano. Lopalco:«Non fuori pericolo»

 
bepi martellotta

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Covid, la Puglia sarà «gialla» ma i morti aumentano

Sinora attive 53 Unità territoriali su 80 per l’assistenza a casa, container per i pazienti no Covid. I decessi nelle strutture di ricovero

Sabato 05 Dicembre 2020, 10:11

12:15

«La Puglia è zona gialla, questo significa che il nostro sistema sanitario ha retto l’ondata». Michele Emiliano esulta dopo la decisione del Governo di convertire i «colori» del Covid nelle regioni italiane a partire da domani (6 dicembre). Sebbene, come lo stesso governatore rimarca, «nel solo mese di novembre il Coronavirus ha portato a 35mila i nuovi contagi, quando in tutta la prima ondata erano stati poco più di 4mila».

La Puglia, insiste Emiliano su facebook, «ha retto grazie alla programmazione fatta sulla rete ospedaliera, che ci ha consentito di allargare man mano che ne abbiamo avuto necessità i posti letto, moltiplicando i reparti di terapia intensiva dedicati ai pazienti Covid, l’area medica e i posti letto cosiddetti post acuzie». Sicuramente è un segnale incoraggiante essere in area gialla, «ma questo non vuol dire affatto che il pericolo sia superato: dobbiamo - avverte il governatore - mantenere sempre alta l’attenzione e rispettare le regole di prevenzione, perché il virus circola e va in ogni maniera contenuto, come lo stesso Istituto superiore di sanità ci dice di fare a causa dell’ancora elevato numero di contagi. Resta il dolore - conclude Emiliano - per un numero di morti assolutamente elevato e non ci consola il fatto di essere in media con le altre regioni italiane».

Già, i contagi. Ieri su 9.480 test in Puglia sono stati registrati ben 1.419 casi positivi: 741 in provincia di Bari, 161 in provincia di Brindisi, 165 nella provincia Bat, 106 in provincia di Foggia, 97 in provincia di Lecce, 135 in provincia di Taranto, 11 residenti fuori regione, 3 casi di provincia di residenza non nota. Ed è stato rilevato il picco dei decessi: ben 72, di cui 21 in provincia di Bari, 8 in provincia Bat, 4 in provincia di Brindisi, 35 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Lecce, 2 in provincia di Taranto. A fronte dei 42.544 casi ancora positivi, con un record di ricoveri nei reparti di Rianimazione, l’assessore alla Salute Pierluigi Lopalco dice che «il dato dell’elevato numero di decessi nel bollettino risente dell’immissione ed aggiornamento dei dati nell’archivio. I 72 decessi si sono verificati in un arco temporale di diversi giorni: per leggere il dato reale - precisa - bisogna fare riferimento alla curva dei casi ordinati per data di decesso.

Dalla analisi della curva si evince come nella settimana fra il 28 ed il 4 dicembre la media giornaliera dei casi è stata di 25 morti, più bassa della media registrata nelle settimane precedenti: fra il 21 ed 27 novembre si erano verificati in media 34 decessi giornalieri, e fra il 14 ed il 20 novembre 32 decessi al giorno». Un altro dato deve far riflettere: per l’88% dei casi il decesso è avvenuto in ospedale o altra struttura di ricovero e l’età media era di 76 anni (solo 4 pazienti deceduti erano di età compresa fra 50 e 60 anni, con condizioni di comorbilità): segno che l’assistenza ospedaliera ha difficoltà, come quella territoriale a cominciare dalle Residenze sanitarie, divenute in molti casi «focolai».

Ad oggi, infatti, in Puglia sono attive 53 Usca, le Unità speciali di assistenza a domicilio di pazienti Covid. Secondo quanto stabilito a livello nazionale dal Governo, dovrebbe esserci una Usca ogni 50mila abitanti, dunque in Puglia dovrebbero essere almeno 80 (27 in più). Le Asl pugliesi stanno reclutando personale (sono circa 700 i medici che hanno partecipato all’ultimo bando), mentre la Regione conta di attivare almeno altre 50 Usca (l’obiettivo fissato era quota 150). Insomma, c’è ancora molto da fare sul territorio, mentre il Governo cambia i «colori».

Nel frattempo, gli ospedali corrono ai ripari. Da ieri è operativo a Putignano (Ba) un Punto di assistenza territoriale (tre ambulatori all’interno di container) per ovviare al Pronto soccorso del Policlinico, ko per i non Covid.

LOPALCO: «NON FUORI PERICOLO» - «Essere in zona gialla non significa essere fuori pericolo o che il virus è fuori gioco o più debole, è bene che lo si capisca. I numeri ci dicono che siamo comunque sulla cresta di un’ondata pandemica. Dobbiamo convincerci che il contrasto al virus parte dai comportamenti individuali».

L'epidemiologo e assessore alla salute della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco, spiega così perché se da una parte c'è piena soddisfazione nel cambio di colore della Puglia (da arancione a giallo) dall’altra c'è anche preoccupazione.

«Sono soddisfatto - dice Lopalco - perché abbiamo dimostrato che il nostro sistema sta funzionando. Quello che mi preoccupa è il messaggio che rischiamo di far passare. La decisione di assegnare una regione alla zona rossa, arancione o gialla dipende da ben 21 indicatori. Il solo numero dei casi non è sufficiente. In Puglia l’incidenza dei casi è sempre stata al di sotto della media nazionale e lo è ancora adesso. Il fatto di essere passati in zona gialla significa che diversi indicatori hanno fatto registrare un miglioramento».

«Ad esempio il famoso indice Rt inferiore a 1 significa che nei prossimi giorni - continua Lopalco - andremo nella direzione di un sensibile miglioramento. Poi la rete dei posti letto è stata ampliata, quindi non c'è più il problema del sovraccarico delle strutture sanitarie. Poi ci sono altri indicatori complicati da spiegare. Dal tracciamento alla qualità del dato, passando per la velocità con cui si eseguono le diagnosi».

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