Nei prossimi giorni l’Italia avrà un nuovo Dpcm per contrastare l’impennata di contagi da Coronavirus: stamattina, lunedì 2 novembre 2020, il premier Giuseppe Conte si è presentato alle 12 alla Camera dei deputati per presentare le nuove misure restrittive prese dal Governo, di concerto con il Cts, le Regioni, i sindaci e gli enti locali, dopo due giorni di trattative serrate.
Il premier ha illustrato i nuovi provvedimenti alla Camera, nel pomeriggio riferirà anche al Senato. La firma sul nuovo decreto dovrebbe arrivare martedì. Gli interventi saranno diversificati e mirati nei vari territori, ha spiegato. Previsto lo stop agli spostamenti da e verso le Regioni dichiarate a rischio salvo che per comprovate esigenze di lavoro, studio e salute. Didattica a distanza al 100% per le scuole superiori e chiusura dei centri commerciali nel weekend.
Nel nuovo Dpcm si valuta un coprifuoco con la previsione di «limiti agli spostamenti delle persone nella fascia serale più tarda». Il premier ha assicurato che non ci sarà alcun lockdown generalizzato, ma che l’Italia verrà suddivisa in tre aree di rischio a seconda della tenuta del servizio sanitario nazionale. Ciascuna delle 20 Regioni sarà inserita in una di queste tre fasce, ognuna delle quali prevedrà dei provvedimenti restrittivi diversi tra loro.
«Alla luce dell'ultimo report di venerdì e della situazione particolarmente critica in alcune regioni siamo costretti a intervenire in un'ottica di prudenza per mitigare il contagio con una strategia che va modulata sulle differenti criticità» delle Regioni. Saranno indicate « 3 aree con tre scenari di rischio con misure via via più restrittive. L'inserimento di una Regione avverrà con un'ordinanza del ministro della Salute», ha detto Conte. Questi scenari dovranno tener conto - ha spiegato tra l'altro il premier - dell'indice di replicabilità del virus, dei focolai e della situazione dell'occupazione dei posti letto negli ospedali. Prevista la chiusura di musei, mostre e centri commerciali nei fine settimana. «Per l'intero territorio nazionale intendiamo intervenire solo con alcune specifiche misure che contribuiscano a rafforzare il contenimento e la mitigazione del contagio. Chiudiamo nei giorni festivi e prefestivi i centri commerciali ad eccezione di negozi alimentari parafarmacie e farmacie ed edicole dentro i centri. Chiudiamo i corner per le scommesse e giochi ovunque siano, chiuderanno anche musei e mostre». Ha dichiarato il premier nel suo intervento alla Camera.
LE PAROLE DI DECARO - «Una scelta sofferta ma doverosa perché, dove non arriva la coscienza di ognuno di noi, devono arrivare le regole, e a tutti i dipendenti dei megastore dobbiamo assicurare lavoro ma anche salute, sempre». Lo scrive su facebook il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, rilevando che «a costo di essere impopolare, ieri, a nome dei sindaci, ho chiesto alla cabina di regia nazionale di sospendere le attività dei centri commerciali nel fine settimana a partire dal prossimo» e «il Governo oggi ci ha dato conferma che le nostre proposte vengono accolte».