«Se vogliamo vivere il futuro quello spazio va completamente ripensato e riorganizzato». L’assessore allo Sport del Comune di Bari, Pietro Petruzzelli, non ha dubbi. I lavori di ristrutturazione della vasca scoperta da 50 metri dello stadio del nuoto non sono più procrastinabili. L’impianto non è più utilizzabile per ragioni di sicurezza. La vasca è già tutta puntellata «e avremmo dovuto aggiungerne anche altri», dice l’assessore, che alla Gazzetta promette: «Quella piscina riaprirà». E sarà ancora più bella.
Assessore, c’è una petizione che ha raggiunto più di 1300 firme. Cosa dice a quanti temono che l’impianto non riaprirà più?
«I tecnici ci hanno detto che i lavori non possono più essere rimandati. E allora vogliamo cogliere l’occasione per far diventare lo Stadio del nuoto non uno dei tanti impianti abbandonati, ma una struttura concepita in chiave moderna. Piscine in disuso a Bari non ce ne sono anche perché noi gli impianti non li abbandoniamo, al contrario le strutture in degrado le facciamo rivivere. Le sfide con la modernità si vincono con il cambiamento».
Che progetto ha il Comune per le piscine comunali?
«In accordo con i gestori stiamo già lavorando. L’idea è quella di un concorso di progettazione per ripensare tutti gli spazi esterni dello stadio del nuoto, dalla vasca olimpica, che potrebbe anche essere allargata con l’aggiunta di due corsie, alla vasca dei tuffi che costa troppo, non è funzionale perché è molto profonda e non è stata nemmeno mai utilizzata per manifestazioni. Si potrebbe pensare a una piscina più piccola con altezze più basse a misura di bambini e della ginnastica in acqua».
Lo stadio del nuoto potrebbe diventare un Centro federale?
«Al momento c’è una società che lo gestisce e ha vinto una gara d’appalto (la Waterpolo, ndc). Sicuramente però quell’impianto continuerà a essere un punto di riferimento per tutto il Sud».
I tempi?
«Stiamo già lavorando. E in collaborazione con i gestori stiamo programmando l’apertura della vasca interna a settembre. Anche la piscina coperta dovrà essere oggetto di lavori».
I soldi?
«Ci sono diverse ipotesi: da fondi comunali, al credito sportivo a bandi regionali o europei».