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Il marchio «Gazzetta» per una cena: «L’ho fatto solo per una goliardata»

 
Comitato di Redazione

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Parla il titolare della Skrei srl. La sovrintendente: è vincolato

Giovedì 18 Giugno 2020, 11:03

BARI - Uno scherzo! Una goliardata nata durante una cena tra amici. Questo sarebbe il retroscena della sconcertante richiesta di registrazione del marchio «La Gazzetta del Mezzogiorno» da parte della piccola azienda barese Skrei srl di Pierdavide Losavio. Lo stesso imprenditore, fisioterapista noto negli ambienti dell’atletica leggera, ha scritto al Comitato di Redazione della Gazzetta per chiarire la vicenda.

«La Skrei ed io che la rappresento, non abbiamo mai avuto alcuna velleità sulla Gazzetta del Mezzogiorno». Quindi? «Tutto nasce una sera da una goliardata tra amici. Si parlava della triste situazione del giornale e poiché molti degli articoli pubblicati negli ultimi tempi parlavano spesso di brand Gazzetta, ci siamo chiesti se il brand fosse registrato in Camera di Commercio. Io sostenevo che laddove il brand fosse stato libero, sarebbe anche stato registrabile. Per contro i miei amici restavano convinti del contrario. Ne è nata una scommessa».

Così Losavio ha fatto la procedura di registrazione on line e ha avviato la richiesta di registrazione del marchio al Ministero dello Sviluppo economico. Ha scoperto ieri mattina, riferisce, di aver vinto la scommessa quando sulle pagine della Gazzetta ha letto la nota con la quale i giornalisti gridavano allo scandalo per il tentativo di sciacallaggio in atto. Losavio in ogni caso si dice «molto amareggiato per essere stato tacciato di sciacallaggio» ed annota che «chi avrebbe dovuto e potuto salvaguardare quello che tutti definiscono a ragione patrimonio storico-culturale della Puglia, non lo ha fatto. Chi avrebbe dovuto pensarci? La proprietà, il management, il consiglio di amministrazione? Non lo so. Ma qualcuno probabilmente ha mancato. E così un giorno arriva un signor “nessuno” e prova a registrare il marchio, sottolineando involontariamente se mai ce ne fosse bisogno, come più volte ha fatto anche il comitato di redazione, come quel bene costruito in 133 anni non lo abbia protetto nessuno». Losavio aggiunge di aver raggiunto il suo scopo («la cena posta alla base della scommessa»), ma non chiarisce se annullerà la procedura di registrazione, come tutti invocano.

Nel frattempo la soprintendente ai Beni Archivistici della Puglia Annalisa Rossi fa sapere che il marchio della Gazzetta «è oggetto di tutela forte di suo, a prescindere dalla registrazione, e comunque vincolato dal Mibact». E Rocco Palese (FI) è intervenuto per chiedere al Governo di fermare «subito ogni genere di speculazione» tutelando la storica testata.

Sulla «goliardata» (che se fosse soltanto tale sarebbe comunque di pessimo gusto) permangono i dubbi, soprattutto in un momento in cui a rischio sono lo storico giornale del Mezzogiorno, il diritto all’informazione e il futuro dei lavoratori. E siamo certi che più di qualcuno andrà a fondo per chiarire se dietro la vicenda si nascondano profili più opachi.

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