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Tamponi in Puglia, Lopalco: «Non verranno negati ai pugliesi»

 
Redazione online

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Nella Regione, sono stati registrati solo 12 focolai nelle Rsa-Rssa, uno in un'azienda e 6 in tutta la rete ospedaliera.

Mercoledì 06 Maggio 2020, 20:10

20:46

BARI - «In Puglia, per tutta la durata della prima fase, le strategie di contact tracing ed un uso strategico delle attività della rete diagnostica regionale ha permesso di gestire l'epidemia con risultati eccellenti. La strategia di utilizzo dei tamponi in Puglia - spiega il prof. Pier Luigi Lopalco, responsabile del coordinamento epidemiologico della Regione Puglia - è stata identica a quella di regioni come il Veneto che sono prese ad esempio come standard ottimo di controllo dell'epidemia».

In Veneto sono stati fatti circa 384.000 tamponi su 18.300 casi. In Puglia ne sono stati fatti circa 71mila circa su 4.200 casi.

I FOCOLAI - «Ovviamente il numero assoluto di tamponi eseguiti in Puglia risultano inferiori a quelli del Veneto perché il numero di casi e di catene di contagio delle due regioni non è paragonabile. In Puglia, in tutto, sono stati registrati solo 12 focolai nelle Rsa-Rssa e 6 focolai in tutta la rete ospedaliera. Fra le centinaia di aziende che hanno in questa prima fase continuato la loro attività produttiva solo in una si è sviluppato un focolaio prontamente individuato e spento: degli operai coinvolti in questa azienda tutti i casi sono stati asintomatici o con sintomi lievi e con nemmeno un caso ricoverato in ospedale».

L'ISOLAMENTO FIDUCIARIO - «Le attività di monitoraggio e controllo hanno portato alla individuazione di oltre 26mila cittadini pugliesi - aggiunge il prof. Lopalco - che hanno ricevuto un'ordinanza di isolamento fiduciario a casa, in pratica più di 6 ogni 1.000 pugliesi. In Puglia, quindi, nessuno ha centellinato o vuole centellinare i tamponi. In questa seconda fase, anzi, quando sia molti operatori sanitari che tanti lavoratori stanno rientrando al lavoro, è stata messa a punto una nuova strategia in cui i rischi specifici delle singole attività produttive, incluse le attività sanitarie, saranno valutati insieme al livello di circolazione del virus sul territorio e quindi saranno messe a punto strategie specifiche per scovare eventuali catene di contagio nascoste fra asintomatici in una fase molto iniziale».

«Il tampone non verrà negato dunque a nessun pugliese che ritornerà al lavoro nelle prossime settimane e presenterà uno specifico profilo di rischio. Le nostre strategie sono basate su stringenti ragionamenti scientifici e discussi con i migliori esperti nazionali ed internazionali. La salute degli operatori sanitari e di tutti i lavoratori è il nostro primario obiettivo».  

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